Il Tazebao – Nella serata di mercoledì 26 è stato tentato un colpo di Stato in Bolivia, ad opera dell’esercito e sotto la guida del generale Juan José Zuñiga. Preso d’assalto il Palacio Quemado, sede del Parlamento di La Paz, sono giunte notizie secondo cui in un primo momento si sarebbe insediata una nuova giunta, ma la polizia non si è unita al golpe e ha fronteggiato i soldati insorti; il popolo boliviano, guidato principalmente dalla Central Obrera Boliviana, principale sindacato del Paese, si è riversato nelle piazze a sostegno del Presidente Luis Arce. Nel giro di qualche ora il tentativo eversivo è stato sventato, l’esercito ha smobilitato e Zuñiga, che non ha avuto l’appoggio neppure dell’ex presidentessa detenuta Jeanine Añez, è stato immediatamente arrestato. Dalla comunità internazionale, soprattutto, com’è ovvio, dai Paesi latinoamericani, ma anche dalla Russia, sono giunti un sostegno e una solidarietà unanimi alle legittime autorità boliviane. Molti hanno ipotizzato un collegamento tra questo tentativo e gli accordi economici conclusi una ventina di giorni fa tra Putin e Arce al Forum economico internazionale di San Pietroburgo, con cui i russi hanno accesso alle immense riserve di litio del Paese nella promozione di uno sviluppo congiunto tra i due Paesi. Questa volta, a differenza del 2019, la via della destabilizzazione è stata prontamente chiusa: segno che il mondo, altrove, sta cambiando. (JC)
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Lorenzo Somigli
