Sui primi 12 giorni dell’anno furioso

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Il TazebaoFermarsi non è concesso, a maggior ragione oggi. C’è chi scompare, latita per mesi, poi riappare, intasando i canali di comunicazione, e scompare di nuovo. Bisogna fare l’opposto. Ecco perché il nostro Tazebao ha subito ripreso a tamburo battente, ma con profondità di analisi, continuità e organizzazione. Perché bisogna seguire i fatti e non inseguire la narrazione, né crederci. Non finisce qui, ma i dettagli seguiranno. Ovviamente, daremo sempre una lettura alternativa della realtà e, molto probabilmente, più veritiera. Siamo partiti, infatti, da una panoramica sulla panregione americana in fieri. Ne seguirà una seconda sui sovranismi costruiti in vitro. Perché il nazionalismo economico precede quello politico o, meglio, costruisce le condizioni per l’affermazione dei “trumpismi”. E se Musk, con il suo codazzo di muskiani della “controinformazione”, è il nuovo mainstream, noi ci collochiamo sempre criticamente da un’altra parte, coltivando uno spazio di autonomia e libertà. Anche perché la libertà, “ch’è si cara”, non può essere donata graziosamente da un magnate del capitalismo politico. Ci saranno molti bruschi risvegli e tardivi. A proposito di informazione, insieme al Tazebao del giorno uscirà anche una notizia estera, di taglio economico, per mostrare agli italiani sempre più ripiegati e pigri cosa succede nell’altro mondo: Cuba, Russia, Corea del Nord, area Brics e simili. Già, perché proprio la Russia ha reintrodotto dinamismo nel sistema internazionale, aprendo a una fase turbolenta nella quale i confini possono essere rettificati manu militari. A noi il compito di costruire le basi per un antagonismo, non il disorganico micromondo del dissenso, che colpisca punto per punto, seguendo le linee delle contraddizioni. A tal proposito, sabato 18 gennaio parleremo dell’uomo che ha impresso un certo corso al Novecento: Parvus. Perché non ci è concesso fermarci né smettere di pensare. Sì, oltre al Tazebao, ci sono la casa editrice, la fresca Artverkaro Edizioni, i nuovi canali Telegram, quali Resistenza Verde, per tenere aperto un dialogo con la Libia. Siamo pronti per l’anno del cambiamento.

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