Il Tazebao – Non è arrivata al ventennio l’epoca del partito fondato e diretto da Evo Morales fino al golpe del 2019, che pur lo riportò al potere, il Movimento per il Socialismo, appena un anno dopo, ma sotto la guida del rivale Luis Arce. Ed è così che, con rispettivamente il 32% e il 27%, la presidenza se la contenderanno a ottobre l’ispano-boliviano Rodrigo Paz Pereira del Partito Democratico Cristiano e il tecnocrate liberista Jorge “Tuto” Quiroga Ramírez di Potere Democratico Sociale. I 45 e 37 seggi da essi conquistati staccano di gran lunga il pessimo risultato del candidato del MAS ed ex presidente del Senato, Andrónico Rodríguez, che doveva essere una figura di riconciliazione tra gli evisti e gli arceisti ma è stato rinnegato dai primi per aver deciso all’ultimo di non firmare il patto di reciproca non candidatura alla presidenza con Evo Morales. Quest’ultimo, che non può presentarsi per aver superato il limite di tre mandati consecutivi ed è inoltre oggetto di alcune inchieste giudiziarie, ha chiamato i suoi seguaci al boicottaggio delle elezioni e soprattutto della sua creatura, un appello che si è tradotto in un 19% di schede nulle o bianche (in Bolivia il voto è obbligatorio). Un risultato importante che il primo capo di Stato indigeno del suo Paese potrà capitalizzare nell’ottica di una futura destabilizzazione del nuovo governo, che sicuramente, da parte sua, s’impegnerà in una serie di riforme neoliberiste che cancelleranno i risultati di 19 anni di «movimento al socialismo» in termini di sradicamento della povertà, nazionalizzazione delle riserve di idrocarburi e delle infrastrutture strategiche, indipendenza dai dettami del FMI, aumento del salario minimo, costruzione di infrastrutture rurali, crescita economica con contenimento dell’inflazione, accesso all’istruzione, parità di diritti di donne e indigeni, ma anche democrazia diretta (Morales si ispirava dichiaratamente alle ricette del Libro Verde di Gheddafi, come disse a quest’ultimo in visita a La Paz nel 2008) e collaborazione col mondo multipolare in costruzione: ancora soltanto dodici giorni fa si vociferava, a titolo di esempio, che la Bolivia potesse essere tra gli acquirenti dei missili Oreshnik russi. Non solo il futuro, quindi, ma anche il presente immediato è una gigantesca incognita per il Paese sudamericano. (JC)
(In copertina Pexels)