“Siamo il paradigma del sistema energetico insicuro”

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“Punire la Russia val bene un sacrificio sul gas e qualche grado in meno dei nostri condizionatori. Ma tutto questo non sarebbe successo se, con troppa fretta, indotti dal martellante catastrofismo climatico, non si fossero interrotti e bloccati, negli ultimi dieci anni, gli investimenti nelle infrastrutture del gas”, scrive Umberto Minopoli, Presidente dell’Associazione Italiana Nucleare.

“Ci ha portato solo male: alti prezzi dopo la pandemia e crisi degli approvvigionamenti con la guerra dei russi. Ora siamo costretti a rincorrere gli altri produttori di gas. Ma questo presuppone tempi e investimenti. Non sarà semplice sostituire il gas russo. E non sarà una via breve”.

«La domanda è: per rincorrere l’emergenza ricostituiremo il sistema di ieri, della dipendenza al 95% dal gas importato? Questo sistema ci ha resi, nel mondo, il paradigma del sistema energetico insicuro, non diversificato, vulnerabile, costoso per famiglie ed imprese».

“Il nucleare – sottolinea ancora una volta – va reintrodotto nel nostro mix, con più importazione di energia elettrica dai paesi vicini e con nuove centrali di produzione italiane. Per averle utili fra 10 anni andrebbero decise oggi. Invece di rimuovere il problema non parlandone, dei politici seri esternerebbero le obiezioni che hanno. Quali sono? I referendum fatti? I tempi di costruzione? I costi? Le scorie? La sicurezza? Nessuno di questi è, in realtà, un vero problema. Si abbia il coraggio di esporre le obiezioni e vediamo se hanno risposte o meno”, chiosa Minopoli.

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