Il Tazebao – A due giorni dalle elezioni in Moldavia, il clima è oltremodo rovente. Nonostante gli arresti ai danni degli esponenti dell’opposizione, il blocco Vittoria! (nome che richiama l’80° anniversario del trionfo dell’URSS sul nazifascismo) non solo correrà, capeggiato da Irina Vlah al posto dell’incarcerata Evghenia Guţul, ma è anche dato dai sondaggi in leggero vantaggio sul partito di governo, il Partito di Azione e Solidarietà di Maia Sandu. Una campagna elettorale contrassegnata dalla denuncia dell’opposizione stessa sui tentativi di brogli già in corso mediante la contraffazione di schede elettorali e l’organizzazione squilibrata del voto all’estero, e del Servizio Informazioni Estero della Federazione Russa circa l’arrivo del primo gruppo di militari NATO a Odessa nell’ottica di un aumento della concentrazione delle attività dell’Alleanza Atlantica tra la Romania e la Moldavia in direzione della Pridnestrovia, anche e soprattutto in previsione delle manifestazioni e delle proteste che si scateneranno in caso di vittoria della Sandu; l’escalation è infatti prevista dopo le elezioni. Mosca ha respinto al mittente e ritortogli contro le accuse moldave sui tentativi di interferenza nel processo elettorale, ricordando la visita dei capi di Stato dell’Unione Europea a Chişinău in agosto. Con Trump che ha ribadito la sua nuova retorica sulle «cose terribilmente brutte» fatte dal governo russo e la convocazione, da parte del capo del Pentagono Pete Hegseth, di centinaia di generali e ammiragli di tutto il mondo in Virginia (mossa senza precedenti, dicono gli addetti ai lavori), il timore di guerra è sempre più palpabile e, in Europa, non sarebbe peregrino aspettarsi uno spostamento del focus dall’Ucraina ormai perduta alla Moldavia. (JC)
