Il Tazebao pubblica il secondo intervento del Cantiere Centrodestra, a cura del Prof. Franco Banchi, già consigliere regionale.
Una premessa che rafforza il titolo già chiaro. Voglio aggiungere che libertà scolastica e di educazione è la più importante tra le cifre che caratterizzano la libertà.
La Toscana analizzata proprio in riferimento a questa cifra
Il giudizio è di bocciatura. Non per difetto di presenza e interventi, che non mancano, ma per la filosofia di fondo e i conseguenti eccessi di presenza e di intervento. Qualche esempio, purtroppo non esaustivo.
La Giunta Toscana, per il triennio 2022-24, ha stanziato 1 milione per il sostegno delle scuole dell’infanzia paritarie private. Le parole sono pietre. Questi fondi di sostegno passano dai Comuni. Siamo alla sequela gerarchica del potere di controllo.
È ancora in vigore nella nostra Regione il Progetto GiovaniSì (sottotitolo per l’autonomia dei giovani). L’obiettivo principale è favorire il processo di transizione dei giovani verso l’autonomia, attraverso il potenziamento e la promozione delle opportunità legate al diritto allo studio e alla formazione, il sostegno a percorsi per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e la facilitazione per l’avvio di start-up.
Critica fondamentale: può apparire più un intervento assistenziale che una forma di sostegno per i giovani nella creazione di un loro futuro.
Report del 2023 a commento del progetto (con tanto di prefazione di Giani e quindi fonte non indipendente): “Sarebbe auspicabile coinvolgere maggiormente i giovani e le giovani nei processi decisionali nelle sedi istituzionali favorendo così lo sviluppo di un ambiente generativo”.
Esperienza personale del progetto come docente: un grande carrozzone ludico con sostanza pari a 0. Citando un celebre film: tutto chiacchiere e distintivi.
Le alternative presentate da altre regioni “amiche”
Il sistema integrato della Lombardia
La regione Lombardia ci presenta una stupenda sinfonia in difesa e come promozione della libertà e del diritto allo studio. Dove si punta sulla sinergia tra:
- Dote Scuola – componente Buono Scuola;
- Dote Scuola – componente Sostegno Disabili;
- Dote Scuola – componente Materiale Didattico;
- Dote Scuola – componente Merito.
E tutto ciò motivandolo come misure volte a sostenere i percorsi scolastici e al potenziamento delle opportunità per le famiglie e per gli studenti lombardi.
S’impongono ulteriori riflessioni.
Qui il Buono Scuola è fino a 21 anni (copre tutto l’arco formativo fino all’ingresso universitario). La concessione dei contributi non è legata solo a valori ISEE bassi, ma è giustamente decrescente fino addirittura a 40mila euro e modulata in modo crescente dalla primaria alla secondaria superiore. E non sono pochi soldi: massima erogazione per le superiori: 2000 euro per anno. Il Buono vale per paritarie e statali che applicano una retta di iscrizione e frequenza, aventi sede in Lombardia o in Regioni confinanti. Libertà educativa a tuttotondo.
Ultima riflessione sulla Lombardia: si crea un sistema integrato, chiamato “Dote Scuola”, completo, che riconosce la famiglia e i suoi bisogni (materiali e non). E riconosce il merito.
Friuli apripista?
La Regione Friuli Venezia Giulia ha stanziato diversi milioni di euro per il sistema scolastico nell’anno scolastico 2024-2025. L’assessora all’istruzione, Alessia Rosolen, ha evidenziato come per il quarto anno consecutivo l’Amministrazione regionale abbia incrementato i fondi destinati alle scuole, supportando il personale, gli studenti, le persone con disabilità e l’insegnamento delle lingue. Quindi non solo ottica rivolta a famiglie e studenti. Inoltre, anche qui si parla di Dote.
I contributi variano da 150 a 400 euro in base alla distanza tra la residenza dello studente e la scuola frequentata e rimodulati nel caso in cui l’Istituto scolastico frequentato abbia attivato il servizio di fornitura dei libri di testo in comodato gratuito.
I saldi principi veneti
Legge Regionale n. 8 del 31 Marzo 2017, art. 2: “Le politiche regionali si informano ai principi della centralità della persona, della funzione educativa della famiglia, della libertà di scelta dei percorsi educativi, della pari opportunità di accesso ai percorsi, nonché ai principi della libertà di insegnamento, dell’autonomia delle istituzioni scolastiche e formative e della parità dei soggetti pubblici e privati accreditati erogatori di servizi, della valorizzazione del capitale umano in funzione della competitività del sistema economico e sociale veneto”.
Storia, presente e futuro della solita sinistra toscana
Ieri
Nel 2012, a firma Aprea, si discute la proposta di legge 953 (norme per l’autogoverno delle istituzioni scolastiche statali).
In Consiglio Regionale dell Toscana segue un acceso dibattito, in cui la maggioranza di sinistra punta alla “rinascita della scuola pubblica, ricca di un nuovo umanesimo, che metta al centro la persona e non gli interessi di qualche azienda”. Ogni commento è superfluo. Quanta diversa questa idea da quelle viste sopra.
Oggi
Proposta di legge (approvata) del Gruppo PD in CRT a febbraio 2024, da portare in Parlamento.
Si chiede espressamente di introdurre nelle scuole, nell’ambito dell’insegnamento dell’educazione civica, anche l’educazione all’emotività, all’affettività e alla sessualità. L’obiettivo, si legge nel documento, è “fornire agli studenti strumenti pratici per comprendere, esprimere e gestire le proprie emozioni in modo sano e costruttivo stimolando gli stessi a riconoscere e rispettare sia le proprie emozioni che quelle degli altri. Ciò al fine di favorire la costruzione di relazioni più profonde e una migliore gestione delle sfide quotidiane, contribuendo positivamente all’ambiente circostante”.
La nostra posizione è che questi temi rientrino nelle competenze della famiglia in primo luogo e, comunque, con essa vanno trattati. Chi cura la formazione su questi temi? In base a quali linee guida e presupposti etici e culturali? La formazione dei bambini e giovani su questi temi delicati deve avvenire in prima istanza all’interno del nucleo familiare.