Gianni Bonini: «Si conclude il lungo percorso che parte dalla vicesegreteria di Berlinguer su proposta di Longo al XII congresso del PCI. Augusto Del Noce ne vide con acuta preveggenza politica la trasformazione in partito radicale di massa. La Schlein ne completa la collocazione internazionale».
Lorenzo Somigli: «L’elezione di Elly Schlein è un fatto rilevante per il sistema politico italiano. Muore un ciclo, uno nuovo ne comincia. Come Meloni corona la parabola del MSI ‘scongelato’, così Schlein chiude la transizione verso il “partito radicale di massa” post-comunista, l’altro superstite di Tangentopoli. Da un lato, un nazionalismo simil-Polonia (in vista di Le Pen?), rigido sui diritti, fortemente atlantista, euro-critico, e dall’altro una versione in linea con la sinistra radicale di Alexandria Ocasio-Cortez, abbreviato in AOC, come gli idoli pop. Posizioni speculari sulla politica estera. Come vite opposte e parallele. In più, sbagliato sottovalutare il PD che, nonostante il logorio di governo, ha spazio per intestarsi l’opposizione, nel sonno dei “riformisti”. Il sistema ha una guida e una possibile sostituta».