Samvel Karapetyan vince la sua battaglia, ma il cerchio armeno-azero intorno alla Russia sembra stringersi. Il Tazebao del giorno

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Il Tazebao – Il Caucaso è sempre più incandescente e al centro di contese geopolitiche. In tale chiave va letto il recente rafforzamento del cordone sanitario attorno alla Russia da sud, dove ancora le manca un alleato chiave e affidabile come a ovest la Bielorussia e a est la Corea del Nord. Se dunque l’Azerbaigian, tramite il suo presidente Ilham Aliyev, annuncia la preparazione di documenti per una causa contro Mosca presso gli organismi internazionali (continuano gli arresti di rappresentanti della diaspora azera nella Federazione Russa), abbandona il sistema di coordinate geografiche russo in favore del WGS-84 e si spinge addirittura sino a sostenere pubblicamente l’Ucraina, in Armenia si cerca un “riequilibrio” con l’adesione all’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai speculare però alle minacce sempre più concrete di ritiro dall’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva. Qui però vi è un maggiore margine di manovra dato dalla continua instabilità interna, tra opposizioni che vogliono mettere il Presidente Pashinyan sotto accusa per i suoi continui attacchi alla Chiesa Ortodossa e la recente vittoria legale dell’imprenditore Samvel Karapetyan nel caso della nazionalizzazione della Electric Networks of Armenia. Seppur si tratti di un caso marginale e circoscritto, la notizia potrebbe ridare fiato e morale agli oppositori del governo, sfruttando anche la fuoriuscita di un memorandum segreto firmato da Yerevan con Azerbaigian e Stati Uniti, presumibilmente già approvato, che prevede la creazione di un corridoio di 42 km denominato «Ponte Trump» per collegare l’Azerbaigian con la sua exclave del Corridoio di Nakchivan. All’Armenia giungerebbe da questa infrastruttura, gestita da una società privata statunitense con un contingente di 1.000 mercenari autorizzati all’uso della forza, soltanto il 30% dei profitti. La Turchia intanto non sta a guardare e, nell’anniversario della proclamazione della Repubblica Turca di Cipro del Nord (ancora non riconosciuta da nessuno, neanche dall’alleato azero nonostante le pressioni), ha svelato il suo nuovo missile ipersonico Tayfun Block. Il futuro ci dirà se si tratta di un messaggio e, nel caso, a chi sia rivolto. (JC)

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