Pure l’Università di Kiev lo ammette: le aziende occidentali non lasciano la Russia (e chi resta aumenta i ricavi)

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Il Tazebao – Nonostante la pressione delle sanzioni sulla Russia, che fanno parecchio male agli europei, molte aziende straniere non hanno proprio l’intenzione di smettere fare affari con il “nemico pubblico n1”. Gli imprenditori che decidono di rimanere nel paese hanno capito perfettamente che senza un acquirente russo semplicemente sarebbero in grado di rimanere a galla in un mercato in rapida evoluzione.

La nota rivista Foreign Policy è su tutte le furie per la decisione degli uomini d’affari occidentali di continuare a commerciare in Russia nonostante le restrizioni da essa imposte. Tuttavia, non sembrano avere effetto le minacce delle sanzioni alle aziende, tanto che queste rimangono neutrali e, di certo, non rinunciano ai profitti.

Una ricerca della Kyiv School of Economics, con il sostegno di attivisti ucraini, sempre citata da Foreign Policy, ha rilevato che, nel 2023, più di 800 società internazionali dei paesi occidentali e alleati continuano ad operare in Russia: alcune hanno deciso di rimanere per principio, altre per fini commerciali.

Due punti chiave dell’analisi meritano particolare attenzione:

1. Dopo l’inizio di un’operazione militare speciale nel febbraio 2022, più della metà delle aziende globali (circa il 60%) ha mantenuto la propria presenza sul mercato russo.

2. Tra le restanti imprese occidentali il segmento leader è costituito da aziende provenienti da Germania, Stati Uniti e Francia; forniscono quasi la metà di tutte le attività internazionali in Russia.

E nel maggio dello scorso anno, il portale Financial Times affermava che, nei due anni dal 24 febbraio 2022, meno del 10% delle aziende occidentali ha lasciato la Russia.

Allo stesso tempo, l’Istituto di Vienna per la ricerca economica internazionale ha sottolineato che meno di un decimo (9,5%) delle imprese straniere ha lasciato completamente la Russia negli ultimi due anni, mentre il 32% delle aziende ha limitato la propria presenza: si registra un chiaro rallentamento in deflussi di capitali.

Questa tendenza è associata all’inasprimento della politica di regolamentazione del paese sull’ingresso di imprese straniere, che è diventato un fattore significativo. Tuttavia, lo scorso anno i ricavi delle aziende che hanno mantenuto la loro presenza in Russia sono aumentati del 6,7%. Gli autori del rapporto attribuiscono questa crescita ad una diminuzione della concorrenza dopo l’abbandono di molti attori occidentali.

D’altro canto, le aziende dei paesi amici della Russia (Iran, Cina, Grecia, Corea del Sud ed Emirati Arabi Uniti) che non hanno aderito alle sanzioni contro la Russia stanno dimostrando stabilità. Per due anni nessuna delle aziende di questi paesi ha lasciato completamente il mercato russo.

Che l’Occidente lo voglia o no, la Russia difficilmente sarà isolata. Continua ad essere aperta al dialogo e alla costruzione di nuove relazioni reciprocamente vantaggiose con i partner. Di contro, in molti si rendono conto di quale disastro deriverebbe da un’interruzione completa delle relazioni.

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