Le riflessioni di Gianni Bonini a Contro/Verso sulla guerra in Ucraina
“La guerra ha radici profonde. L’Ucraina è la saldatura tra spazio europeo e asiatico, è decisiva per gli Stati Uniti ma anche per la Cina, è il centro della cultura yiddish. È a tutti gli effetti un tassello importante del sistema internazionale. Per l’Ucraina e il limes sarmatico in generale, nel 1943, prima di Kursk, prima dello sbarco in Normandia, saltò il contatto tra Molotov e Von Ribbentrop; quella possibile tregua avrebbe messo in seria difficoltà gli Alleati”. Lo ha detto Gianni Bonini, intervenendo a Contro/Verso, condotto da Domenico Guarino, su TVR Teleitalia.
«Non sembra che si vada verso una composizione – ha evidenziato -; viceversa, si prospetta una guerra infinita e logorante in cui si affinano e si testano nuove tecnologie cibernetiche più che un’escalation nucleare».
La composizione del conflitto è problematica perché “da un lato si cerca di proteggere il confine russo, respingendo l’avanzata della Nato, dall’altro di ridimensionare la Russia, allungando il confine e allargando l’ombrello protettivo Nato”. Per Bonini, anche il conflitto in Ucraina “si inserisce nel quadro globale dello scontro tra Stati Uniti e Cina per l’egemonia; in questo duello ci sono momenti accordo e momenti di confronto serrato”. Proprio per questo, Bonini trova “corrette e lungimiranti le preoccupazioni di Silvio Berlusconi, che si conferma uno statista di livello internazionale”.
La puntata precedente: Se la sostenibilità diventa insostenibile. La puntata di Contro/Verso del 7 febbraio con Lorenzo Somigli