Il Tazebao – A nulla sono evidentemente valsi gli ultimi tentativi di colloquio ad Hadhramaut, nello Yemen che vede il suo decennale conflitto riacceso proprio nel decimo anniversario del suo inizio. I suoi artefici, ovverosia i sauditi e le milizie da costoro controllate, sono stati costretti al ritiro dalla città portuale strategica di Aden, a ridosso dei confini dell’area sotto l’egida degli Ansarallah: le truppe filo-emiratine, forti dei loro ultimi successi sul campo (nonostante contrattacchi locali dei sauditi nel governatorato orientale di Al-Mahrah, di cui hanno riconquistato buona parte dei territori, tra cui le città di Nashtun e Al-Ghaydah e la zona al confine con l’Oman, riprendendosi così l’accesso al mare), hanno formalmente richiesto agli avversari la resa incondizionata e l’abbandono di tutta la porzione di Paese amministrata dal Consiglio di Transizione Meridionale, compresa l’isola di Mayun. Nel frattempo, nella capitale Sana’a, è iniziata la prima sessione di un processo ad alcuni membri di una rete di spionaggio della CIA: alla presenza degli avvocati della difesa e dell’accusa, il giudice Yahya al-Mansour ha proceduto alla lettura dei capi d’accusa. Da più parti si sostiene che essa potrebbe star svolgendo un ruolo di primo piano nelle attuali dinamiche nello Yemen dominato dall’opposizione agli Ansarallah, notando l’andamento di precedenti colloqui di pace tra costoro e l’Arabia Saudita che l’offensiva filoemiratina mirerebbe a far arenare e implodere. (JC)




