Il Tazebao – Verso la fine della settimana appena trascorsa sono ricominciati gli scontri in Serbia, che stavolta vedono affrontarsi direttamente sostenitori e oppositori del Presidente Vučić, nonché questi ultimi contro la polizia. Il livello dello scontro si è già alzato a un livello qualitativamente superiore con la formazione di vari gruppi organizzati, tra i quali emerge il Čačakland (liberamente traducibile come «Studenti che vogliono studiare»). Pare addirittura che una parte delle forze dell’ordine si sia rifiutata di effettuare gli sgomberi adducendo pretesti per non recarsi nelle zone “calde”, laddove 120 loro colleghi sono rimasti feriti negli scontri, che hanno avuto il loro epicentro a Belgrado e Valjevo. A Novi Sad è stata occupata la sede del partito di governo, l’SNS, dove, secondo Vučić stesso, presente in piazza tra i propri sostenitori, i manifestanti avrebbero voluto «bruciare vive 300 persone» dipendenti della struttura. Non si sono tuttavia, per fortuna, registrate vittime, e 14 “ribelli” sono stati arrestati, ma il rischio che queste azioni degenerino in una specie di anticamera di guerra civile c’è, ed è forte. (JC)
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