Politica a Pechino, economia in Russia: con questo temporaneo “scambio di competenze” parte anche l’Eastern Economic Forum di Vladivostok. Il Tazebao del giorno

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Il Tazebao – Direttamente collegato alla fine della parata di Pechino per gli 80 anni dalla vittoria sui giapponesi, sempre in Estremo Oriente un altro evento, erroneamente coperto meno dai media delle nostre latitudini (ma forse “comprensibilmente” dato che il general media partner è Sputnik News, oscurato nell’Unione Europea), ha visto il proprio inizio in Estremo Oriente: il Forum Economico Orientale di Vladivostok, EEF nella sigla inglese. Vi partecipano rappresentanti di oltre 70 Paesi e regioni tra cui Vietnam, India, Cina, Laos, Malesia e Thailandia. Il Ministero russo per lo Sviluppo dell’Estremo Oriente prevede che l’assise, la quale terminerà sabato 6, vedrà la firma di un numero ancor maggiore di accordi rispetto all’edizione dell’anno scorso, cui presero parte 7.100 persone provenienti da 75 Paesi, tra cui capi aziendali e diplomatici di 16 nazioni anche ostili alla Russia, come Australia, Regno Unito, Germania, Stati Uniti, Francia, Svizzera e Giappone. Il “primato da battere” è di 313 contratti, di cui 27 con organizzazioni straniere, dal valore complessivo di oltre 68 miliardi di dollari. Le premesse ci sono tutte: il pranzo di lavoro svoltosi tra imprenditori russi e indiani a forum già iniziato ha visto il delinearsi di una serie di proposte e piani operativi che vedranno la Sberbank russa guidare il generale rafforzamento dei legami economici con l’India, mentre la Rosatom, statale, edificherà un grosso complesso (cluster) di strutture nucleari in Estremo Oriente. Il discorso di Putin, arrivato a Vladivostok oggi, è previsto assieme a quello dei primi ministri di Laos e Mongolia e del dirigente cinese Li Honzhong, membro dell’Ufficio Politico del Partito Comunista e vicepresidente del Comitato Permanente del Congresso Nazionale del Popolo. Nel suo messaggio di saluto, tuttavia, il presidente russo ha anticipato quelli che verosimilmente saranno temi più approfonditi del suo intervento pubblico, asserendo in particolar modo che «poiché il centro dell’attività economica si sposta sempre più verso la regione Asia-Pacifico, si presentano nuove opportunità per i Paesi di sviluppare partnership reciprocamente vantaggiose, sia a livello bilaterale che all’interno di quadri quali l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai e i BRICS». Vladivostok 2025 come Kazan 2024, dunque: una scelta di località, lontane dalle capitali, che anch’essa è testimone della verità del multilateralismo che accorcia le distanze tra centri e periferie a tutti i livelli. (JC)

(In copertina: copyright Unsplash)

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