Il Tazebao – Non solo la tradizionale canna da zucchero, non solo l’oro nero: Cuba rilancia la produzione di miele. Con risultati incoraggianti. Al termine di dicembre, si apprende da Granma, sono state prodotte 2.090 tonnellate, di cui circa 500 tonnellate destinate all’esportazione.
«Si lavora in maniera costante e con un alto senso d’appertenenza. Da ciò si comprende l’importanza del miele per l’economia cubana, una voce con un mercato sicuro nei paesi europei principalmente», ha spiegato William Toledo Chacón, che da cinque anni lavora nell’impianto che processa i vari mieli raccolti in tutta la regione orientale del paese e alcuni provenienti da Camagüey.
Yoandris La Rosa Martínez, direttore della divisione della Empresa Apícola Cubana, ha assicurato che nel 2024 si è lavorato per superare la quota prevista del piano per l’export e che, nello stesso tempo, si è fatto in modo che il miele giungesse ai centri materni, in quelli degli anziani e negli ospadali pediatrici, ginecostetrici e oncologici, oltre che agli asili infantili e alle scuole speciali.
La produzione di lamine di cera è un altro dei derivati dell’apicoltura, dal quale si ricava profitto.
«Questo importante prodotto è la base dell’arnia, economizza il 50% del lavoro all’ape, che si risparmia la fabbricazione della struttura per dedicarsi solo alla produzione del miele. Questo fa sì che ci sia una resa maggiore per arnia, incrementando l’efficienza del processo produttivo industriale», ha aggiunto il dirigente.
Inoltre, questi segnalato il montaggio e la messa in moto di una moderna linea di confezioni in mini-dosi «con capacità per produrre, in una giornata, sino a 300 confezioni in differenti formati che si commerciano in casse da 20 e 24 unità», ha concluso il dirigente.