A proposito di autosufficienza energetica, anche la Toscana avrebbe potuto avere il suo TAP, via Sardegna. Si trattava del GALSI, ovvero il Gasdotto Algeria Sardegna Italia, per il quale l’Europa aveva trovato dei finanziamenti, che avrebbe dovuto connettere gli impianti algerini di Koudiet Draouche con Piombino.
Un’infrastruttura strategica che avrebbe contribuito, per tempo, a quella diversificazione degli approvvigionamenti di gas che l’attuale governo ha rincorso con evidenti difficoltà.
Nonostante l’opposizione di Emiliano, nonostante il tambureggiamento di baggianate, il TAP è stato completato, con evidenti ricadute benefiche per il territorio e il Paese (tanto che qualcuno ha azzardato un possibile quanto frettoloso raddoppio).
Il GALSI condivide lo stesso destino amaro di molte infrastrutture strategiche in Toscana: non si è fatto. In questo caso, come confermato dalla stessa UE, per le mancate autorizzazioni da parte della Regione Toscana; dunque, la lungimirante sovvenzione europea fu revocata nel 2014.
Nel totale silenzio dell’opinione pubblica toscana e senza che nessuno abbia mai contestato l’operato della Regione, che oggi vorrebbe posizionare il rigassificatore – il costo del GNL è sensibilmente più elevato rispetto a quello del gas e i contratti sono spot – proprio a Piombino, sono sfumati circa 10 miliardi di metri cubi l’anno di gas.
Tutto questo, dovrebbe favorire un dibattito serio e ragionato sul tema più determinante del momento, l’energia, la cui scarsità rischia di far saltare il modello economico italiano. Perché si può decidere di interrompere la dipendenza da Mosca ma occorre essere conseguenti.