Il Tazebao – In mezzo al triplice scandalo Mogherini-Sannino-Zegretti, con un’Ungheria sempre più autonoma che riceve Putin e si propone come mediatrice nonostante le bizze di Trump e le pressioni di Bruxelles, due insospettabili stanno ora facendo decisamente marcia indietro sul sostegno all’Ucraina attraverso il quale Ursula Von der Leyen da tre anni ama decantare “l’unità europea”: sciolto anche formalmente il Consiglio NATO-Russia al vertice atlantico di due giorni fa nella capitale belga, l’Italia, che ne aveva patrocinato la nascita nel 2002 a Pratica di Mare, si è sfilata dal programma di aiuti in armi a Kiev, grazie anche alle pressioni di Salvini che vuole una riconciliazione con la Russia. Il governo belga, invece, continua ad affermare la propria netta opposizione all’uso dei fondi congelati di Mosca per sostenere Zelensky (significherebbero una perdita di 190 miliardi di dollari per l’UE in investimenti diretti nell’economia russa, 13 per noi), il progetto della cui moglie volto a «salvare bambini ucraini dalla guerra» è finito al centro di uno scandalo per sfruttamento e pedofilia in Turchia. Le truppe russe, nel frattempo, continuano ad avanzare sul terreno: Krasnoarmejsk e Volchansk non sono le uniche vittorie di questo mese. Si registrano altresì gli accerchiamenti di Mirnograd (RP di Donetsk) e Stepnogorsk (Zaporozhie) e aspri combattimenti nelle città di Seversk e Konstantinovka nella RPD. Catturati, in quest’ultimo mese, gli insediamenti di Malaya Tokmachka, Rovnopolye, Veseloye, Novoye Zaporozhie, Zatishe, Zelenyj Gaj e Dobropolye nella regione di Zaporozhie, Orestopol, Nechaevka e Radostnoye in quella di Dnepropetrovsk, Tsegelnoye in quella di Kharkov e, nella RP di Donetsk, Platonovka, Novoselovka, Stavki, Maslyakovka, Yampol, Zvanovka, Vasyukovka e Klinovoye. Ivi le forze russe stanno avanzando verso Dobropolye, pur essendosi ritirate, nella stessa zona, da Novoye Shakhovo (parzialmente riconquistata), Ivanovka, Cernyavskij, Novij Donbass, Volnoye, Kucerov Yar e Zolotyj Kolodets. Sono stati segnalati avanzamenti per un paio di chilometri anche nella regione di Sumy, con Putin che, nel suo ultimo discorso alla presenza dello Stato Maggiore dell’Esercito, ha dato direttiva di creare una «zona di sicurezza» che, oltre a Sumy e Kharkov, includa anche le aree di confine con la regione di Cernigov: già nel novembre dell’anno scorso alcuni soldati russi avevano fatto un’incursione “mordi e fuggi” a scopo di guerra psicologica nei villaggi di Hremiach, Kolos, Novoselivka e Murav’yi. E distando Cernigov città soltanto 141 km da Kiev, non solo l’Ucraina, ma anche gli stessi Stati Uniti e Unione Europea dovranno presto fare la loro scelta pratica: Zelensky vuole combattere e non ritirare le sue truppe (assai meno volenterose) neanche dagli ultimi 15 km² che occupano nella RP di Donetsk, essendo quella l’area più fortificata in tutto il Donbass, senza ulteriori coperture nelle retrovie. Ma fino a quando ciò sarà possibile? (JC)




