Pechino sempre più ai ferri corti con Washington e Bruxelles. Il Tazebao del giorno

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Il Tazebao – La “tregua dei dazi” con gli Stati Uniti, recentemente prorogata di altri 90 giorni, non tragga in inganno: la Cina ha già affilato le sue armi sia contro questi ultimi che contro l’Unione Europea. I toni coi rappresentanti dell’amministrazione Trump si sono particolarmente inaspriti nel corso delle ultime riunioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazione Unite, laddove i primi l’hanno frontalmente attaccata sul «sostegno all’aggressione russa in Ucraina», sulla questione del Xinjiang e sulle attività militari nel Mar Cinese Meridionale. I rappresentanti permanenti di Pechino hanno rispedito al mittente ogni accusa, esortando gli americani a smettere di ingerirsi negli affari interni della Repubblica Popolare e a scaricare su altri le proprie responsabilità circa il conflitto ucraino, ribadendo al contempo la propria posizione neutrale e a favore della soluzione pacifica dello stesso e asserendo che, al contrario, «gli Stati Uniti dovrebbero provare vergogna e disonore» per ciò che fanno. Ce ne sono state anche per Israele, laddove essa ha condannato i suoi recenti attacchi sulla Siria. Decisamente più fredda, ma non meno tagliente ed emblematica, l’accoglienza riservata a Ursula von der Leyen e altri funzionari dell’Unione Europea: nessuna cerimonia di benvenuto e accoglienza al terminal anziché alla pista, non prima di averceli fatti arrivare tramite la navetta. Ricevuti nella mattinata del 26 da Xi Jinping, i delegati di Bruxelles sono stati frettolosamente congedati e rispediti a casa, segnando così la fine anzitempo del vertice sino-europeo, dalla durata dimezzata rispetto ai due giorni inizialmente previsti. Ciononostante, una delegazione imprenditoriale americana di alto livello si recherà a Pechino questa settimana, accolta per ora idealmente da un editoriale del Global Times che sottolinea l’importanza dei legami economici e commerciali, nel contesto della cooperazione sino-americana definita «non un’opzione, ma una necessità» per le opportunità di investimento che offrono per entrambe le parti. L’editoriale si avvia infatti alla conclusione con un monito indiretto a Trump: «Il messaggio trasmesso dalla comunità imprenditoriale statunitense è inequivocabile: la cooperazione economica e commerciale tra Cina e Stati Uniti è mutualmente benefica per tutti e qualsiasi intento di rompere i legami economici tra i due Paesi contraddice i principi dell’economia». (JC)

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