“Partito e popolo una cosa sola”. Amicarella (Socit) sull’esempio vietnamita

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Il Tazebao – Nella giornata di ieri, in occasione del novantacinquesimo anniversario del Partito Comunista del Vietnam (quando si parla di comunismo fuori dall’Occidente la definizione sfuma terribilmente, e per fortuna visto come stanno ridotti i puristi nostrani) ha visto ospiti in ambasciata i rappresentanti di diversi, se non tutti, paesi dell’ASEAN e il dott. Damian Delgado Vázquez, segretario politico dell’ambasciata cubana e ottimo conoscente. L’intervento di Stefano Bonilauri, direttore di Anteo Edizioni, ha avuto per perno l’importanza dell’esperienza socialista per il Vietnam stesso, che ha reso un feudo coloniale un paese libero e moderno. Dalla lotta alla corruzione, alle politiche sociali, la classe dirigente del Vietnam ha optato per un approccio organicistico e non burocratico per rendere partito e popolo un compatto tutt’uno.

Ho avuto modo di farmi ancora di più un’idea un merito a diverse questioni parlando con i vari corpi diplomatici, con cui mi sono posto con il dovuto rispetto ma sottolineando sempre che l’esigenza per l’Italia oggi è smettere di avere socialisti esterofili che guardano all’estero, non per avere amici ma per emulare. Il collante che lega i paesi socialisti è una causa che ha per perno le nazioni e i popoli che abbracciano la lotta per una giustizia sociale, con le loro strutture e sovrastrutture, con le loro peculiarità. Se un giorno un’Italia socialista sarà, sicuramente troverà anche ad Oriente amici con cui scambiare merci e idee.

Cosa che ho rimarcato, con estremo piacere, presso l’emittente vietnamita che era a riprendere la giornata.

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