Il Tazebao – Quale “civiltà giudaico-cristiana”? È la domanda che l’opinione pubblica mondiale si pone alla vista delle prime immagini di Papa Leone XIV appena arrivato a Beirut. Una Beirut che è tornata a sentire e vedere le bombe israeliane, che hanno colpito in egual misura Bint Jbeil, Jarmak, Mahmudiya e Jabbour nel sud, senza risparmiare neppure la base dell’UNIFIL e uccidendo un dirigente di Hezbollah, Haytham Alì Tabataba’i, assieme ad altri quattro suoi membri. Proprio Hezbollah si è distinta nell’accoglienza al Pontefice, appena giunto dalla Turchia, di cui ha elogiato la coesistenza religiosa e dalla quale ha ribadito la sua posizione in favore dei due Stati in Palestina. Lo sceicco Naim Qassem, leader del “Partito di Dio”, aveva anticipato, oltre al «cambiamento della prospettiva» dell’organizzazione patriottica libanese a seguito dell’omicidio dei suoi cinque militanti, la consegna di una lettera al suo indirizzo. Così è stato: nella missiva si sottolinea la natura del Libano come terra di convivenza pacifica tra religioni e culture e, facendo leva sul messaggio di «amore, salvaguardia dei diritti e del rispetto dell’umanità» professati dai «seguaci di Gesù Cristo, figlio di Maria», si esorta il Pontefice a seguire questo cammino per la soluzione della crisi in Medio Oriente, a corredo di un’esaustiva spiegazione della natura e delle conseguenze dell’aggressione israeliana in Palestina e nello stesso Libano. Hezbollah ha quindi ribadito il proprio «impegno alla coesistenza, alla democrazia consensuale, al mantenimento della sicurezza e della stabilità interna e la nostra dedizione alla sovranità nazionale e la sua protezione, schierandoci al fianco del nostro esercito e del nostro popolo per contrastare qualsiasi aggressione o occupazione della nostra terra e del nostro Paese». Parole che a distanza di sette anni danno ragione alla tesi espressa, ma purtroppo contraddetta dalla sua stessa prassi successiva, da Giorgia Meloni in polemica con Matteo Salvini allora vice primo ministro del governo M5S-Lega, laddove ella, anche allora sotto Natale, elogiò il ruolo dell’organizzazione sciita nella difesa dei cristiani in Siria. Ma quello è un capitolo a parte. (JC)




