Il Tazebao – Due giorni fa si è svolta, all’Assemblea Generale dell’ONU, la votazione di rito della risoluzione proposta annualmente dalla Federazione Russa contro la glorificazione del nazismo, del neonazismo e altre pratiche che contribuiscono ad alimentare forme contemporanee di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e relativa intolleranza. Fino al 2022, la stragrande maggioranza dei Paesi del mondo votava a favore in quella che era vista come una piattaforma di comune buonsenso; tuttavia, con l’inizio dell’operazione militare speciale in Ucraina, i Paesi del cosiddetto “Occidente collettivo” l’hanno strumentalmente collegata all’obiettivo russo di denazificare quest’ultima e, sebbene Roma già si astenesse negli anni precedenti, per la terza volta essa ha votato contro assieme, curiosamente, a tutti gli altri Paesi che hanno vissuto, nella loro storia, un periodo di regime fascista. La risoluzione di quest’anno, composta di 74 capitoli e composta dalla Russia assieme a Cina, Corea del Nord, Serbia, Armenia, Bielorussia, Sudafrica e altri, è passata con 116 voti a favore, 54 contrari e 11 astenuti. Israele conferma il voto a favore, mentre si sono schierate contro anche Irlanda, Moldavia, Corea del Sud, Ungheria, Slovacchia e Georgia, oltre naturalmente l’Ucraina. Astenuti “d’onore” Turchia e Senegal. Il testo raccomanda agli Stati l’adozione di misure specifiche, anche in ambito legislativo e didattico, onde impedire revisioni della Storia e dei risultati della Seconda guerra mondiale. Che si stia tenendo in cascina un “piano B” per far fronte a crisi politiche, guerra incipiente e dismissione ad ampio raggio? (JC)
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