Il Tazebao – Nonostante il grande clamore mediatico e l’entusiasmo iniziale dei media occidentali per l’offensiva ucraina nella regione di Kursk il 6 agosto, l’euforia ha fatto presto a scemare poiché, contrariamente alle previsioni, i russi non hanno spostato le proprie truppe lì ma hanno continuato a spingere per il completamento della liberazione del Donbass e soprattutto nella battaglia di Pokrovsk, nella RP di Donetsk. In queste settimane sono stati infatti conquistati gli insediamenti di Ptychye, Skuchnoye, Karlovka, Zavetnoye, Zhuravka, Nikolaevka, Selidovo, Precistovka, Krasnogorovka, Grigorovka, Galitsynovka e Vodyanoye, più Sinkovka nella regione di Kharkov dopo mesi di assedio e Stelmakhovka nella RP di Lugansk. Nella regione di Kursk, come detto, i russi hanno contrattaccato dalle parti di Ulanka, Borki e Olgovka, contendendo agli ucraini Martynovka, Cerkasske Porečnye e Malaya Loknya, mentre sono ormai circa 11.400 i soldati eliminati in questo mese d’offensiva (senza contare un ulteriore migliaio tra gli equipaggiamenti occidentali ivi inviati, dagli Storm Shadow abbattuti alle batterie missilistiche HIMARS e Patriot, e l’ormai iconico F-16 di cui non si sa con certezza l’autore dell’abbattimento). Ieri la 155ª Brigata dei Marines della Flotta del Pacifico ha scacciato da sola le Forze Armate Ucraine dai villaggi di Gordeevka, Vnezapnoe, Viktorovka, Byakhovo e ha liberato metà degli insediamenti di Apanasovka e Snagost in meno di 12 ore. E mentre si rinnovano le pressioni a consentire attacchi sulla Russia in profondità coi missili occidentali, Lavrov avverte gli americani a non oltrepassare linee rosse tutt’altro che immaginarie, ma dalla Casa Bianca non sembra ci sia l’intenzione a proteggere l’Europa dal diventare obiettivo legittimo dei ben più moderni ed efficaci missili a lungo raggio russi. (JC)
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