Il Tazebao – La metà di questo ottobre appena scavallata ha visto una riaccensione del conflitto al confine tra Pakistan e Afghanistan. Come avevamo scritto nel Tazebao del giorno del 30 maggio: «Dall’inizio di quest’anno, tuttavia, si sono già registrati una quindicina di scontri a fuoco, anche con artiglieria pesante e con non pochi morti e feriti da ambo le parti, nelle zone di confine, il che fa presagire che questi nuovi scontri, qualora confermati a livello ufficiale, possano, se non essere la miccia decisiva, quantomeno un nuovo importante passo verso un’escalation più grave». È così che, l’11 ottobre, un attacco aereo dell’aeronautica pakistana in territorio afghano ha spinto l’Emirato Islamico a spedire truppe di rinforzo nelle zone contese della Linea Durand, frutto del colonialismo britannico che ha lasciato in eredità un confine arbitrariamente stabilito, senza tener conto degli interessi, della composizione e della volontà delle tribù locali, e che l’Afghanistan ha smesso di riconoscere nel 1947, all’atto di creazione del Pakistan. Alla base di quest’ultimo scontro, tuttavia, vi è piuttosto l’accusa di lunga data da parte di Islamabad a Kabul circa il fatto che quest’ultima ospiterebbe i talebani del TTP, che ciclicamente compiono attacchi in territorio pakistano. Sul fronte mediatico, i combattimenti non sono meno accaniti, anche a rischio di sfociare nell’assurdo: se sono state facilmente confutabili le asserzioni dei media afghani su presunti attacchi condotti su Lahore con A-29 e quelle dei media pakistani sui bombardamenti su Kabul, entrambi tuttavia asseriscono di aver preso il controllo di alcuni posti di blocco e insediamenti al confine (la versione pakistana, però, appare più corroborata da documentazioni reali). Nonostante il Ministero della Difesa afghano sia stato il primo a dichiarare concluse le ostilità per raggiungimento «di tutti gli obiettivi prefissati», dopo altri bombardamenti pakistani all’alba del 15 è stato dichiarato un cessate il fuoco, sebbene ne siano arrivati altri sui campi talebani a Sarkana, nella provincia afghana di Kunar. Al netto della propaganda trumpiana, si rivela ogni giorno di più la continua obsolescenza del meccanismo dei cessate il fuoco, che serve più a nascondere la polvere sotto il tappeto che a risolvere realmente i problemi alla radice delle guerre nel mondo. (JC)

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