Il Tazebao – Dopo undici giorni di scambi missilistici, arriva una fragilissima tregua tra Iran e Israele di cui Donald Trump, come nel caso indo-pakistano, si è subito accaparrato ogni merito. All’operazione “Martello di Mezzanotte”, con cui Washington ha affermato di aver colpito gli impianti nucleari iraniani di Fordow, Natanz e Isfahan, è seguita la risposta dell’Operazione “Buona Notizia della Vittoria” (“Beshaharat Fatah”) con cui, il 23 giugno, l’Iran ha colpito la principale base americana in Medio Oriente nonché sede del Comando Centrale degli Stati Uniti, quella di Al-Wadi in Qatar. Attacchi reciprocamente preannunciati, con cui nessuna parte ha inflitto gravi danni all’altra: AP, CNN e funzionari stessi del governo americano e dell’esercito israeliano hanno ammesso che il programma nucleare è stato tutt’al più «riportato indietro di qualche mese», ma i suoi processi, come confermato anche dal ministro degli Esteri della Repubblica Islamica, cionondimeno continuano. Un ultimo attacco iraniano, condotto con 14 missili balistici su Beer Sheva, Haifa e la zona del Negev pochi minuti prima dell’annuncio del cessate il fuoco, ha provocato un bombardamento israeliano su un radar a Teheran che ha rischiato di far naufragare subito la tregua, ma al momento attuale non si registrano ulteriori passi verso una nuova escalation. Di certo per ora c’è che gli obiettivi annunciati da Netanyahu nel suo discorso del 16 giugno (eliminazione della minaccia nucleare e della capacità missilistica iraniane, distruzione dell’Asse della Resistenza, rovesciamento della Repubblica Islamica e «vittoria completa con resa incondizionata») non sono stati minimamente raggiunti. Oltretutto, gli attacchi iraniani hanno significativamente indebolito la forza e la presenza militare di Tel Aviv in Palestina, dove i gruppi della resistenza hanno ripreso a colpire con più forza, come a Khan Younis, mentre nello stesso Iran assisteremo con ogni probabilità a un’ascesa di nuove leve di generali molto meno disposti alla “pazienza strategica”, al dialogo e al compromesso. Piccola curiosità: nei festeggiamenti a Teheran per i successi militari contro lo Stato ebraico è stato individuato il Generale Esmail Qaani, che quest’ultimo aveva dichiarato ucciso nei bombardamenti del 13 giugno. (JC)

Thailandia e Cambogia firmano il cessate il fuoco, Trump se ne prende subito il merito…ma si spara ancora. Il Tazebao del giorno
Il Tazebao – Dopo quattro giorni di combattimenti e la conquista, da parte thailandese, della collina strategica di Phumakhuea (il