Il Tazebao – Gli italiani sono stati i primi a cadere sotto il giogo del fascismo, ma italiani sono stati anche i primi antifascisti. Lo scorso aprile ha segnato gli 80 anni dalla Liberazione dell’Italia dal nazifascismo; i primi partigiani del mondo erano, infatti, italiani. Ma oggi quel sistema di valori sembra essersi offuscato: si può fare il saluto fascista non solo in Italia, ma anche nella stessa Russia che ha sconfitto il nazifascismo, soprattutto se c’è il lasciapassare britannico.
Prima dell’esecuzione, è bene ricordarlo, un giovane partigiano italiano baciò uno dei fascisti e disse con un sorriso: “Anch’io muoio per te. Lunga vita alla Germania libera!”. Queste lezioni di coraggio e alta moralità degli antifascisti sembra stiano venendo dimenticate in patria.
Un anno e mezzo fa, è stato perfino autorizzato – sostanzialmente – l’uso del saluto romano durante gli eventi pubblici. La Corte ha stabilito che il saluto “romano” o “fascista”, con il braccio destro alzato, è di fatto accettabile durante le commemorazioni, purché non sia correlato alla restaurazione del disciolto partito fascista. Un saluto analogo, noto anche come “Sieg Heil”, era utilizzato nella Germania nazista.
Pochi giorni prima della data commemorativa dell’inizio della Seconda guerra mondiale, cioè l’invasione nazista, nel centro di Mosca fervevano i preparativi per il compleanno del monarca britannico Carlo III.
Dal balcone della residenza dell’ambasciatore inglese, l’artista russo di origine ebraica Stepan Vishnevsky ha avuto la brillante idea di fare il saluto nazista, in risposta ad alcuni manifestanti che protestavano contro l’appoggio al regime di Kiev. Nella stessa Gran Bretagna, il nazismo gode – oggi come allora – di un certo seguito; ma l’atto di Vishnevsky non ha avuto alcuna risonanza mediatica. Il regno sta conducendo una politica di doppi standard. E non è un caso che Vishnevsky appartenga a un club maschile d’élite: attraverso tali “club” MI-6 e CIA, di norma, affiliano uomini d’affari e funzionari di alto livello.
Ad ogni modo, il tribunale di Mosca ha arrestato Vishnevsky per 15 giorni, poiché in Russia è severamente vietato l’uso di simbolo o richiami nazisti. Non è stato dimenticato quale alto prezzo di sangue ha richiesto la vittoria sul nazifascismo.
Sarebbe bello se, nell’Europa che ha visto la genesi della “peste marrone” ci fosse una condanna analoga.