Mentre gli Stati Uniti accelerano con il Project Stargate di Trump, la Cina consolida silenziosamente la propria posizione l’Europa sembra arrancare.
Il Tazebao – Qualche crepa compare sui muri di Bruxelles. L’Europa si trova ad un punto di svolta, stretta tra ambizioni tecnologiche di Stati Uniti e Cina. Il vertice internazionale sull’intelligenza artificiale a Parigi (10-11 febbraio) è il battesimo del fuoco per capire quanto il Vecchio Continente sia adeguato a questa nuova fase globale.
Mentre gli Stati Uniti accelerano con il Project Stargate di Trump, la Cina consolida silenziosamente la propria posizione – nel primo trimestre del 2024 erano 4.500 le aziende attive nel settore, il 15% delle macchine pensanti globali, già pensavano in mandarino – l’Europa sembra arrancare. La risposta di Bruxelles appare timida: 4 miliardi di euro di nuovi investimenti, che si aggiungono agli 11 miliardi già stanziati per i mercati digitali fino al 2027, da distribuire attraverso i programmi Horizon Europe ed Europa Digitale.
L’approccio europeo all’IA, cristallizzato nell’AI Act, solleva perplessità: può l’UE limitarsi al ruolo di regolatore in un mondo di innovatori? Il rischio concreto è quello di spingere le imprese innovative a cercare opportunità in altri mercati.
Attenzione particolare va riservata ad una di queste, Mistral, startup francese che sfida i giganti globali con Le Chat, sua interfaccia in stile ChatGPT. L’azienda punta sull’integrazione, per ora esclusiva, dei chip Cerebras, promettendo una velocità d’esecuzione dieci volte superiore rispetto ai rivali americani e cinesi. Tuttavia, l’annuncio della sua espansione negli Stati Uniti perplime non poco: si tratta di un contrattacco europeo al mercato americano, o semplice fuga programmata dai vincoli dell’Unione?
Nel frattempo, emergono segnali di crisi sul fronte politico.
Passata in sordina l’iniziativa dell’eurodeputato Carlo Ciccioli. Dal gruppo dei riformisti e conservatori si cercava di contrastare l’idea di un’Unione fredda e burocratica con una mostra su Federico II. Il monarca svevo-siculo entra in Europa per richiamare l’attenzione su figure che incarnano l’ideale di un’Europa unita e mediterranea, in opposizione ad una visione miope, teutonica e concentrata sulla frontiera baltica. Il mediterraneo chiama, ma l’Europa non risponde.
Risponde invece a qualcos’altro: la misteriosa distribuzione di cappelli MEGA (Make Europe Great Again) ai deputati europei a Bruxelles – riferimento al movimento di Elon Musk per espandere il MAGA in Europa – suggerisce possibili allineamenti futuri (dei singoli paesi), con la nuova amministrazione americana. Chi ci sia dietro e quanto consenso raccolga questa operazione nei palazzi del potere è ancora un’incognita.
Le classi dirigenti europee sono consapevoli della crisi incombente e dell’isolamento che rischia di attanagliare il continente? Le iniziative culturali e gli investimenti tecnologici sembrano un timido tentativo di colmare, con una malta inefficace, delle crepe ormai troppo visibili.