L’Europa regge l’urto, per ora. Berlino ondeggia, Washington assesta il colpo a Pechino, e l’Italia – come da tradizione – si colpisce da sola. Ma procediamo con metodo.
Il Tazebao – Trump, con la sua America First Investment Policy, riscrive il dogma economico statunitense. Il mercato non è neutrale, la competizione con la Cina va oltre i dazi, è questione di sicurezza nazionale. Il lessico che utilizza è chiaro: l’avversario pechinese investe troppo nei settori critici, le tecnologie strategiche non possono essere lasciate alla legge del libero mercato. Il libero scambio, pilastro della religione economica americana, cede il passo alla nuova liturgia della guerra commerciale.
Per Trump la posta in gioco è presto paventata: evitare la deindustrializzazione, figlia di quella convenzione fiscale tra USA e RPC del 1984. Washington lo scrive nero su bianco, ammettere la Cina nell’Organizzazione Mondiale del Commercio ha modernizzato il nemico e deindustrializzato il paese.
L’America non vuole diventare bersaglio del darwinismo finanziario che Wall Street ha sempre usato come arma contro gli alleati. L’America non vuole tastare con mano l’essere un paese in dismissione.
Dall’altra parte dell’Atlantico, il sistema tedesco è sotto pressione. La CDU vacilla, l’AfD diviene grande opposizione come cavallo di Troia di Washington in territorio germanico. La vecchia architrave dell’Unione Europea scricchiola. L’ECFR parla già di nuova Repubblica di Bonn: la Germania deve rivedere il proprio ruolo industriale e strategico, ridefinire il rapporto con gli Stati Uniti e – ipoteticamente – immaginare un’Europa autonoma. Sempre che sia possibile.
L’Italia invece ha scelto il proprio ruolo in maniera più netta: subordinazione preventiva. Giorgia Meloni, alla CPAC, declina il messaggio con piena chiarezza: atlantismo senza riserve, riferimenti misurati all’Ucraina, ma un punto centrale scolpito nella pietra.
La destra europea, almeno quella che lei rappresenta, non esiste in autonomia: è una proiezione dello Zeitgeist conservatore americano, espressione dell’egemonia statunitense che ormai non ha più bisogno di essere soft. Nessuna eurodestra o terza via. La via italiana all’Europa passa per il MEGA.
L’America alza il termostato della guerra economica, la Germania cerca disperatamente un nuovo equilibrio e l’Italia si affretta a prendere una postura in antitesi a Berlino. Memento mori.