L’India sotto attacco sanzionistico da Stati Uniti e Unione Europea. Riusciranno anche nel riavvicinarla alla storica rivale cinese? Il Tazebao del giorno

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Il Tazebao – La furia sanzionistica euro-atlantica si è abbattuta, oltre che su Vietnam e Cina, anche sull’ex cuore pulsante dell’Impero Mogul. In meno di due settimane sono arrivate restrizioni da Bruxelles e da Washington, con le prime che hanno messo nel mirino la raffineria di Vardar (la seconda più grande del Paese), la metà delle cui azioni, peraltro, è di proprietà della russa RosNeft, nel contesto del 18° pacchetto di sanzioni contro la Russia. Le seconde, invece, hanno sparato più “nel mucchio” con nuovi dazi al 25% e un’ulteriore penale dal 1° agosto dovuta alle tariffe, ritenute eccessive, applicate da Nuova Delhi nel commercio con gli Stati Uniti. Da nessuna delle due parti, le quali, si noti per inciso, hanno agito di concerto nonostante gli scontri e le divergenze di facciata, è passato sotto silenzio il dato fondamentale per il quale la Russia, dall’escalation del conflitto ucraino nel 2022, è il principale fornitore di petrolio all’India e questa è la più grande acquirente di fonti energetiche della prima. Questo nonostante gli indiani siano ad oggi diventati i primi fornitori di smartphone nel mercato statunitense, superando i cinesi di quasi il doppio (44% contro 25% rispetto al 13% contro 61% dell’anno scorso). Da Nuova Delhi, a rimarcare le tensioni con l’amministrazione Trump, arriva la smentita diretta dal ministro degli Esteri riguardo alla propaganda del tycoon sul suo ruolo nel cessate il fuoco di maggio col Pakistan, laddove si è specificato che quest’ultimo è stato il risultato dei contatti diretti unicamente tra i capi di stato maggiore dei due eserciti. Tale nuovo rinfocolarsi d’inimicizie ha portato a uno sparigliamento quantomeno temporaneo delle carte in tavola: gli Stati Uniti hanno avviato una fase di relativo disgelo col Pakistan, mentre l’India si sta progressivamente riavvicinando alla Cina dato il nemico comune non tanto in Trump, quanto nei suoi dazi. Certamente non sarà una rigida divisione in blocchi, ma ogni attore geopolitico regionale dovrà necessariamente tenerne conto. (JC)

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