L’India partecipa alle Zapad-2025 sotto gli occhi degli americani. Minsk e Washington verso la normalizzazione? Il Tazebao del giorno

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Il Tazebao – Le esercitazioni militari annuali difensive Zapad-2025 (“Occidente”), organizzate tradizionalmente da Russia e Bielorussia, si sono concluse ieri dopo quattro giorni di lavori a cui hanno partecipato 13.000 persone in tutto: numeri decisamente inferiori a quelli del 2021, quando vi presero parte 200.000 militari alla vigilia dell’operazione militare speciale russa in Ucraina. Molti di più, però, i partecipanti: Bangladesh, Burkina Faso, Congo, Mali, India, Iran, Niger e Tagikistan. In qualità di osservatori vi erano ospiti del calibro di Cambogia, Cina, Cuba, Kazakistan, Mongolia, Myanmar, Nicaragua, Corea del Nord, Pakistan, Serbia, Thailandia, Emirati Arabi Uniti e Uzbekistan. È stata inoltre riportata la presenza di un paio di ufficiali militari statunitensi e di una troupe della CNN, sullo sfondo dell’inizio dei colloqui per la normalizzazione dei rapporti tra Bielorussia e Stati Uniti, che ha già portato all’abolizione di un certo numero di sanzioni per la prima. Sul piede di guerra invece la NATO e l’Unione Europea: la Forza Spedizioniera Congiunta, a guida britannica, ha lanciato le parallele operazioni Tarassis, incentrate sulla Polonia, la quale ha avuto le reazioni più estreme e allarmate. Mobilitati ben 40.000 soldati al confine bielorusso e minacciata l’introduzione di armi nucleari straniere, Varsavia è stata seguita da misure più moderate da parte di Lituania e Lettonia, limitatesi a chiudere il proprio spazio aereo nelle aree adiacenti al territorio sotto la sovranità di Minsk. Questo nonostante il Presidente Lukashenko in prima persona abbia rilasciato, il giorno prima dell’inizio delle Zapad, 52 prigionieri politici rimpatriati poi nella prima. Vilnius, tuttavia, ha condotto anche le proprie esercitazioni militari (Perkūno Griausmas 2025: “Uragano di Perkunas”), esattamente come le stesse Lettonia (Namejs 2025) e Polonia (Iron Defender), coinvolgendovi rispettivamente 17.000, 12.000 e 30.000 soldati, in una spinta verso la guerra che nel nostro continente è ormai spinta assai più da Bruxelles che da Washington. La quale comunque non ha mancato di esprimere il suo disappunto per la partecipazione dei 65 militari indiani, ritenendola un «superamento della linea rossa» sullo sfondo delle tensioni tariffarie e commerciali, la cui soluzione è per ora confinata nel campo delle dichiarazioni d’intenti. (JC)

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