“Leggete autori meno noti e comprate manifesti estremisti”. L’artiglio del ‘Falco’ contro la pappetta editoriale per semi-colti conformisti (e larper)

Condividi articolo:
SEGUICI SU TELEGRAM:

Qualche giorno fa ho avuto il dispiacere di entrare in una libreria. Non l’avessi mai fatto! Non parliamo di una piccola libreria indipendente, già acquistata e riconvertita in mangiatoia per saziare il furor teutonicus che pervade le strade della mia città. Si trattava invece della sede di un grande nome della distribuzione libraria.

A primo impatto ho osservato uno scaffale dedicato ai neofiti o a chi semplicemente ricerchi ispirazione, con annesse proposte attuali. Ciò che mi ha colpito però, è stata la totale assenza di romanzi. Gli italiani non sono lettori, si dice, ma ciò che ho visto mi fa pensare che preferiamo scrivere saggi. Non saggi di nicchia o approfondimenti di settore, ma destinati al grande pubblico con l’ambizione di costituire una sorta di pedagogia nazionale, opportunamente incentrati su temi generali. Tra quelli esposti ho potuto osservare svariate beltà quali:

Un saggio di critica al Sovranismo, che in un’epoca globalizzata costituisce un freno allo sviluppo ed un male da estirpare, un testo di profonda attualità, per il 2018. Poco distante poi, un testo sulla ‘R-Esistenza’ con la parola opportunamente scissa, probabile indizio sull’area di provenienza dell’autrice. Non ho voluto approfondire, ma non era difficile immaginare l’allineamento alle uniche idee consentite odiernamente sul piano politico. A seguire, un intrigante saggio sul ‘microfascismo’, la tesi più che prevedibile: con le nostre azioni quotidiane diamo adito a tendenze che nel loro piccolo, tutte insieme, eleggono Donald Trump. Umberto Eco e le sue conseguenze sono stati un disastro per la salute mentale degli intellettuali nell’approcciare il Fascismo. Ho concluso con un saggio sul patriarcato, non quello Moscovita o Costantinopolitano, purtroppo.

Uscendo dalla libreria ho provato una sensazione indescrivibile, come un brivido sinistro, ho pensato a come raramente ci fermiamo a quantificare il potere della grande distribuzione libraria. Pensandoci per pochi attimi, una o più grandi sedi nei principali centri urbani, tutte con le stesse proposte decise a livello nazionale a cosa possono condurre? All’uniformazione del ceto pensante nazionale, alla creazione di una casta intellettuale omogenea, ed è esattamente ciò che all’apparenza sta avvenendo.

Dico all’apparenza perché chi ha l’uso di praticare le periferie della politica sa che non è assolutamente così, ma abbiamo tutti contezza dell’esistenza di un preciso milieu culturale, prevalentemente radicato tra il mondo accademico e l’alto terziario, di avidi sostenitori di tutto ciò che è ‘inclusione’, pietismo, e quella insopportabile solfa di valori associati al popolo delle ZTL elettore di un innominabile Partito Diabolico.

Quel milieu oggi in Italia è l’autoproclamato popolo degli intellettuali, sono gli unici che leggono davvero nel Belpaese, leggono così tanto da dettare l’offerta del mercato editoriale, tenendolo perennemente bloccato su questi temi che hanno ampiamente anestetizzato noi altri.

E dunque, cosa fare?

Dobbiamo essere realisti. Se pensiamo di poter lanciare un appello per far leggere chi oggi non legge per scardinare i numeri di questo popolo soporifero in salsa ARCI e rompere lo status quo, siamo totalmente fuoristrada.

Allora facciamo qualcosa di simile a ciò che abbiamo detto sopra, ma con un intento ben diverso: far indignare, far schiumare bocche, far infuriare perché detto con schiettezza, fa ridere.

Leggete di più, tutti voi che già lo fate, ma leggete meglio! Non curatevi di indignare grigi benpensanti dell’esercito culturale di riserva. Praticate ogni tema inaccettabile comprando l’autore meno approvato; leggete testi sul Sovranismo scritti da euroscettici, leggete testi sul Novecento scritti da chi sedeva dall’altra parte della barricata, spendetevi il bonus cultura in manifesti estremisti e critiche della modernità.

Dovete concordare con ciò che leggerete? No. Dovete leggerlo? Sì.

Perché il rischio altrimenti, è trovarvi a vostro agio davanti a uno scaffale di proposte Feltrinelli.

Cerca un nuovo articolo

Resta sempre aggiornato
Scopri Il Tazebao

Ho letto la Privacy Policy

Il Tazebao
Scopri altri articoli