La Turchia serra le file: arrestato il sindaco di Istanbul (e non solo). Il Tazebao del giorno

Manifesto per Erdoğan a Galata (Istanbul) che recita "l'uomo giusto al momento giusto" (Il Tazebao, 2023)
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Il Tazebao – Nonostante manchino ancora tre anni alle prossime elezioni generali, l’accelerazione della situazione internazionale verso la guerra fa sì che molti Stati stiano decidendo di serrare le file epurandole da elementi ritenuti “di disturbo”. È questo il caso della Turchia, che vede l’arresto, nell’ambito di un’inchiesta su corruzione e terrorismo, del sindaco di Istanbul Ekrem Imamoğlu, appartenente all’opposizione e principale sfidante di Erdoğan, dopo aver strappato la vecchia Costantinopoli all’AKP dopo vent’anni. Non solo lui, però: nella retata sono stati coinvolti 106 tra politici, giornalisti e imprenditori, una mossa in grande stile che si accompagna al divieto di manifestazioni per quattro giorni onde evitare tumulti e provocazioni. Anche i social sono stati bloccati, mentre la televisione locale Habertürk ha riferito anche della chiusura di una stazione della metropolitana e di alcune strade al traffico. Le accuse nello specifico sono quelle di «estorsione, corruzione, frode e turbativa d’asta» e «favoreggiamento nei confronti dell’organizzazione terroristica PKK», nonostante il recente appello dello storico leader di quest’ultima, Abdullah Oçalan, a deporre le armi, mentre ieri l’Università di Istanbul ha annullato il suo diploma di laurea, risalente agli anni ’90, scoprendolo falso. Alcuni hanno ipotizzato che l’arresto potesse essere legato alla decisione di Imamoğlu di candidarsi contro Erdoğan nel 2028 e ai timori che potesse batterlo, dopo aver vinto per due volte anche contro i ricorsi dei sostenitori di quest’ultimo. Tuttavia, l’indagine, l’irruzione e la perquisizione sono state condotte dietro regolare mandato dell’ufficio del procuratore capo, relazioni del MASAK (Ufficio di Investigazione sui Crimini Finanziari) e perizie fiscali, che hanno accertato trasferimenti milionari a giornalisti e istituzioni mediatiche, promozioni illecite di persone a lui vicine in importanti posizioni pubbliche e altro. Verosimilmente ci sarà comunque da aspettarsi nuove pressioni e “condanne” da parte della comunità occidentale, ansiosa di sottomettere Istanbul per mettere le mani sulla principale porta d’accesso al Medio Oriente. (JC)

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