La sinistra georgiana non vuole entrare nell’UE: alla Storia maestra di vita è rimasto ancora qualche alunno. Il Tazebao del giorno

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Il Tazebao – Con un Caucaso solo apparentemente e momentaneamente pacificato grazie alla mediazione turco-russa (emblematico l’incontro tra Erdogan, Aliyev e Pashinyan a Pechino la settimana scorsa), la Georgia, vicino più prossimo, inizia a guardarsi intorno non senza allarme. Il Paese, con ancora qualche ferita aperta dalla guerra del 2008, reca scritto a chiare lettere l’ingresso nella NATO e nella UE nella propria Costituzione. Vedendo, però, anche la pericolosità dei dibattiti al riguardo altrove, come in Austria, qualcuno a Tbilisi ha tirato qualche somma: è il caso dell’Alleanza di Sinistra, guidata da Soso Shatberashvili, la quale ha richiesto la rimozione dalla Costituzione dell’art. 78, relativo all’adesione all’UE e alla NATO. «Il nostro governo deve smettere di vivere nell’illusione del popolo che entro il 2030 la Georgia entrerà degnamente nell’Unione Europea. Esigo di avviare la procedura legale per escludere dalla Costituzione l’articolo imperativo che prevede l’adesione della Georgia alla NATO e all’Unione Europea», ha dichiarato. In caso di diniego, quindi, il suo partito avvierà autonomamente le procedure legali a tal riguardo, forse rafforzando le posizioni autonomiste del governo Kobakhidze, forse aumentando l’instabilità che periodicamente riesplode. (JC)

(In copertina: Unsplash)

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