Il Tazebao – A un anno esatto di distanza dall’oscuro tentativo di “golpe” ad opera del gruppo dirigente della Wagner facente capo a Evgenij Prigozhin, la Russia finisce nuovamente nel mirino dei tentativi di destabilizzazione occidentali, questa volta con un’operazione, evidentemente congiunta, di attacco terroristico nel Daghestan e missilistico sulla Crimea. A Makhachkala è stata data alle fiamme una sinagoga e si è aperto il fuoco sugli agenti della polizia, mentre a Derbent gli assalitori hanno preso di mira una chiesa e una sinagoga, laddove nella prima è stato brutalmente ucciso il prete, padre Nikolaj. Il bilancio totale è di 25 morti complessivi, e solo stamani la situazione è stata pacificata e il commando neutralizzato. Quest’ultimo era composto da islamici di etnia wahhabita e neanche la data scelta è casuale, trattandosi della Domenica della Trinità. Derbent, inoltre, è una città a maggioranza sciita: che sia una vendetta da parte dei wahhabiti per il ruolo da essi avuto nella sconfitta dell’ISIS in Iraq e Siria? Contemporaneamente, l’esercito ucraino ha lanciato bombe a grappolo su Sebastopoli tramite un sistema ATACMS fornito dagli Stati Uniti, provocando 151 feriti e 4 morti (di cui 2 bambini): la giornata di oggi è stata dichiarata di lutto in Crimea. Sullo sfondo di ciò che avviene in altre parti del mondo (si pensi alle “esercitazioni di massimo realismo” a Taiwan), si può dire che l’inasprimento delle tensioni sta giungendo a una nuova vetta, con conseguenze sempre più pericolose quanto nette. (JC)
Non solo un anno “di transizione”
Nonostante un Natale in sordina e una crisi che morde tutti, quello che ci accingiamo a vivere insieme è un