Il Tazebao – Lunedì 14 luglio avrebbe dovuto essere una data di quelle da segnarsi nei libri di Storia, e non solo per il 236° anniversario della Rivoluzione Francese (i cui festeggiamenti a Parigi hanno peraltro avuto del tragicomico, tra cavalieri disarcionati e cavalli datisi alla fuga), ma per la much-hyped dichiarazione di Trump sulla Russia: i prodromi della nuova mandata di aiuti all’Ucraina da 300 milioni di dollari, con missili Patriot e altre armi fornite a spese degli europei e scavalcando l’iniziale stop del Pentagono, hanno fatto pensare di tutto e di più, ma quello che ne è concretamente emerso è una “semplice” minaccia di dazi fino al 100% contro gli acquirenti di petrolio russo «se entro 50 giorni non si raggiungerà un accordo di pace». Il Cremlino, «ormai abituato» ai cambi di posizione dell’amministrazione Trump, nelle parole del portavoce Dmitrij Peskov, rimane comunque «aperto al dialogo», fa sapere l’inviato speciale per gli affari americani, Kirill Dmitriev. E se sui campi di battaglia gli scontri continuano, con offensive e controffensive da ambo le parti, la Borsa di Mosca è certamente la meno spaventata: anzi, il termine di 50 giorni ha rasserenato gli investitori, fino addirittura a determinare una crescita dell’indice MOEX del 2,63% in appena dieci minuti. Una minaccia appunto “semplice” perché nel caso in cui il tycoon dovesse andare avanti su questa strada, dovrebbe superare lo scoglio del voto al Senato e non tutti sono disposti a rimangiarsi le promesse che hanno contribuito alla loro elezione a quegli scranni. La lotta interna infuria. (JC)

Cova cenere sotto il tappeto nel continente nero: Etiopia ed Eritrea di nuovo ai ferri corti, e quell’astio che non ti aspetteresti tra Sudan ed Emirati Arabi Uniti. Il Tazebao del giorno
Il Tazebao – Settimane di aspre tensioni nel Corno d’Africa, da dove giungono notizie di nuovi schieramenti di armi pesanti