La minaccia dei “contro-contro-dazi”: Trump rilancia contro la Cina, Roma trema in vista del vertice italo-americano. Il Tazebao del giorno

Condividi articolo:
SEGUICI SU TELEGRAM:

Il Tazebao – La risposta della Cina ai dazi americani, un 34% di tariffe aggiuntive con annessa sospensione delle procedure di scorporamento della sezione americana di TikTok a beneficio di una compagnia americana nonostante l’approvazione già data, non sembra spaventare la Casa Bianca, che nella persona del suo inquilino rilancia con una minaccia di “contro-contro-dazi” a un ulteriore 50% qualora Pechino non tornasse sui suoi passi entro oggi. Lin Jian, portavoce del Ministero degli Esteri cinese, ha predetto che tale mossa danneggerà soltanto gli Stati Uniti e altri. Non è una previsione facile da smentire, dal momento che già solo Washington importa il 70% delle sue terre rare proprio dalla Repubblica Popolare, e che la guerra dei dazi iniziata dall’amministrazione insediatasi il 20 gennaio ha fatto sì che il mercato azionario degli States sia arrivato a perdere 6,6 trilioni di dollari soltanto tra il 3 e il 4 aprile e che i prezzi del mercato interno siano schizzati alle stelle in tutti i settori. L’indice STOXX 600 cala del 5,8%, il più netto dall’inizio del COVID-19. Gli indici FTSE 100, DAX40 e CAC40 sono scesi rispettivamente del 6,8%, del 6,45% e del 6,47%. Non si salvano neppure i produttori di armi, le cui azioni, vediamo tra Hensoldt, Rheinmetall e Renk, crollano anch’esse del 10-20% dopo essere aumentate all’inizio dell’anno. Per quanto riguarda “gli altri”, la JP Morgan (ieri woke, oggi trumpiana), ha aumentato la possibilità del rischio di recessione globale dal 40% al 60%, mentre negli stessi Stati Uniti e nel Regno Unito si prevede che la disoccupazione aumenterà da qui ai prossimi 12-18 mesi. Le Borse di ieri, qualora servisse, fugano ogni dubbio: Milano chiude a -5,18%, Taiwan a -9,7% (tonfo più forte di sempre), Tokyo a -7,83%, Hong Kong addirittura a -12%, ma la Cina rallenterà “solo” dello 0,7% nel PIL. Wall Street recupera solo per l’annuncio sulla moratoria di 90 giorni sui dazi, poi rivelatasi falsa. Trump anzi rilancia e afferma che «le tariffe non sono negoziabili», forse un messaggio indiretto a Roma, che si prepara al vertice con Giorgia Meloni che vorrebbe un annullamento totale delle tariffe ma si dice pronta a rinegoziarle anche solo al 10%, la cifra simbolica imposta a tanti altri Paesi nella famigerata tabella. Nella capitale italiana giungerà invece J.D. Vance tre giorni dopo, in un contesto di frizioni sempre più aspre tra Italia e Francia (ma anche tra Francia e Regno Unito, poiché Macron si oppone a destinare i 150 miliardi del fondo SAFE a Londra, nonostante siano gli unici due Paesi della “coalizione dei volenterosi” che almeno a parole si dicono disposti a inviare truppe in Ucraina), laddove la prima accusa la seconda di «alimentare divisioni e pensare solo ai propri interessi». Divisa anche la maggioranza, con Meloni che vuole dialogare e Tajani che vuole rispondere ai dazi. Questi ultimi, peraltro, potrebbero colpire anche il settore chimico e farmaceutico e quello meccanico: a 3 miliardi ammontano invece le probabili perdite per l’agroalimentare nel nostro Paese. (JC)

Cerca un nuovo articolo

Resta sempre aggiornato
Scopri Il Tazebao

Ho letto la Privacy Policy

Il Tazebao
Scopri altri articoli