Il Tazebao – Cade oggi il primo anniversario dell’offensiva di Hamas che ha dato inizio alla guerra totale in Palestina, conflitto ormai estesosi a tutta la regione mediorientale. Mentre continuano imperterriti i bombardamenti israeliani su Beirut e Dahiya, nella nebbia di annunci non confermati sull’eliminazione di questo o quel dirigente di Hezbollah (nota a parte: Saifuddine non è mai stato nominato ufficialmente nuovo segretario generale di Hezbollah), Tel Aviv amplia la portata dei suoi attacchi e colpisce anche il porto di Hodeidah e varie cisterne di carburante nello Yemen, mentre a Homs e Al-Qusayr in Siria ha colpito obiettivi prettamente civili, non risparmiando però neppure Hmeymim, vicino alla base russa. Ciò ha provocato, com’è ovvio, una forte reazione contraria da parte di Mosca, con la quale i rapporti sono sempre più freddi e distaccati, anche alla luce dell’aperta condanna di quest’ultima verso l’invasione del Libano e le operazioni nella Striscia di Gaza. Sul fronte iraniano, se gli aeroporti hanno già ripreso a funzionare, non è passato lo spettro della rappresaglia israeliana dopo il massiccio attacco missilistico del 1° ottobre (90% dei missili andati a segno), che, hanno fatto notare sul Financial Times, potrebbe provocare un terribile shock per l’economia globale, soprattutto qualora si dovesse bloccare totalmente lo Stretto di Hormuz da dove passano le esportazioni di petrolio dall’Iran e dai Paesi del Golfo: l’organizzazione irachena Kataib Hezbollah quantifica le eventuali perdite in 12 milioni di barili al giorno, perdite che, ripetute per soli dieci giorni, ucciderebbero il sistema economico mondiale. Intanto, per rimanere in tema energetico, Israele ha attaccato addirittura i siti di gas della francese TotalEnergies a Dahiya, inasprendo sempre più i rapporti anche con Macron. Hezbollah, da parte sua, ha risposto lanciando missili su Haifa e Kfar Veradim, che hanno trapassato con successo le difese aeree. (JC)
“Vuoi tu varcare la soglia di Parvus?” Da un’intervista privata…
Lo contattiamo in quello che lui dice “un momentaccio”. Passa un attimo in cui sentiamo un frusciare di fogli e