Il Tazebao – Non sembrano placarsi, tutt’altro, le tensioni tra Washington e Bruxelles, ovverosia tra un impero statunitense, sempre più a proiezione panamericana, col nuovo corso di Trump, e l’Unione Europea ancora impostata sul bidenismo. In mezzo agli scandali degli arresti del candidato presidenziale Călin Georgescu in Romania e del Presidente Milorad Dodik nella Repubblica Serba, neanche leggermente mitigati dalla magra consolazione della vittoria della CDU in Germania (l’AfD arriva comunque secondo) ma senza farsi mancare destabilizzazioni di segno opposto in Serbia e Bulgaria (rispettivamente contro il Presidente Vučić per un maggiore allineamento all’Occidente e contro l’entrata nell’Eurozona, prevista per l’anno prossimo), ieri è arrivata un’altra “mazzata” da oltreoceano: Trump ha imposto dazi del 25% su tutti i beni provenienti dall’Unione Europea, automobili incluse. Ben s’intende come questa misura avrebbe e avrà un impatto devastante su quest’ultima, la cui economia, sempre più fittizia, si regge soltanto su fondi d’investimento per l’appunto statunitensi. Altro colpo, stavolta da destra e cioè da est, arriva dalle nuove dichiarazioni del Presidente degli Stati Uniti sulla questione ucraina: se in questi giorni è stato conciliante, rifiutando persino di definire Putin un “dittatore” e votando contro la risoluzione antirussa presentata all’Assemblea Generale dell’ONU per il terzo anniversario dell’inizio dell’operazione militare speciale, stavolta ha esortato l’UE a fornire garanzie di sicurezza all’Ucraina, specificando che Putin «dovrà fare concessioni» e di star lavorando «a un buon accordo» affinché Kiev «recuperi quanto più territorio possibile». Il che vuol dire, al netto dei gesti di buona volontà di Mosca, che si è detta disponibile ad accordi sul commercio di minerali con Washington per risanarne il mercato, prosecuzione della guerra e altri fondi, armi e finanziamenti (Elon Musk ha smentito le illazioni sulla cessazione delle forniture dei sistemi Starlink alle Forze Armate Ucraine), il cui costo verrà scaricato, senza escludere affatto un ingresso a pieno titolo dell’Ucraina nella stessa Unione, in ultima analisi su Bruxelles, cioè sui cittadini europei, cioè su di noi. (JC)

Il golpe continua: respinta la candidatura di Georgescu! La nostra diretta
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