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La faglia del Rimland in sommovimento: il fronte coreano si rianima. Il Tazebao del giorno

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Il Tazebao – Mentre dall’Ucraina e dal Medio Oriente continuano ad arrivare aggiornamenti tutt’altro che forieri di pace, accordi, mediazioni o anche solo de-escalation, il Partito del Lavoro di Corea, partito dirigente della RPDC, celebra oggi i suoi 79 anni in un contesto non meno pacifico e anzi in probabile deterioramento: il 1° ottobre, infatti, si è svolta a Seoul una parata dell’esercito sudcoreano in cui il presidente, Yoon Suk-yeol, ha rilanciato la retorica bellicosa sulla “fine del regime” nordcoreano e ha esaltato l’alleanza con gli Stati Uniti, divenuta adesso apertamente “nucleare” con la creazione di un “comando strategico” incentrato sulle atomiche americane. La USS Theodore Roosevelt ha infatti, pochissimi giorni prima, fatto il suo ingresso al porto di Pusan, scatenando non poche polemiche a Pyongyang. In un discorso tenuto tre giorni fa all’Università della Difesa nazionale che porta il suo nome, Kim Jong Un si è a lungo soffermato su questi eventi e in sintesi ha detto che la Corea del Nord non è interessata ad attaccare il Sud e che, da quando è stata formulata la politica dei due Stati separati tra la fine dell’anno scorso e l’inizio di quest’anno, non vi è più alcun interesse né alla “liberazione” né alla “riunificazione in armi”, purché Seoul non provochi militarmente il Nord. Ciò accadendo, tuttavia, egli ha ribadito che in caso di aggressione tutti i mezzi offensivi nordcoreani sono pronti all’uso, compresi quelli nucleari. Ieri, infatti, lo Stato Maggiore dell’Esercito Popolare di Corea ha dichiarato la recisione di tutte le ultime arterie che collegavano Nord e Sud e l’avvio di un progetto di fortificazione pesante dei confini, avvertendone ufficialmente anche gli americani. Un passo in più nell’escalation, che potrebbe portare all’apertura di un terzo fronte in cui tutt’altro che improbabile sarebbe l’intervento non solo della Russia, ma anche della Cina. (JC)

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