Israele si allarga in Palestina e in Siria e bombarda (di nuovo) lo Yemen. A chi giova il “Palwashing” occidentale? Il Tazebao del giorno

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Il Tazebao – Prosegue l’«Operazione Carri di Gedeone-2» di Israele a Gaza, ma anche quella Pietre di Davide delle Brigate al-Qassam, che continuano a infliggere colpi su colpi ai loro uomini e mezzi. Per questo, di pari passo con annunci (almeno momentaneamente) non verificate circa “conquiste” nella periferia della città di Gaza, Netanyahu ha annunciato la mobilitazione di 50.000 riservisti. Parallelamente, nuove bombe e altri missili sono piovuti su Sana’a, capitale dello Yemen, martoriato ma ancora deciso a resistere e sostenere la Palestina, come emerge dalle parole di Mohammed Al-Bukhaiti, membro dell’Ufficio Politico di Ansarallah: «L’aggressione di Israele contro lo Yemen non ci impedirà di continuare a sostenere Gaza, indipendentemente dai sacrifici che richiederà, perché la questione è già stata decisa per noi: vita eterna in Paradiso o vita eterna all’Inferno». Tel Aviv avrebbe infatti colpito depositi di carburante e centrali elettriche a sud-ovest di Sana’a e persino un complesso militare del palazzo presidenziale, dove era in corso una riunione degli stessi Ansarallah. Più in sordina sono passati gli aggiornamenti sul fronte siriano, sul quale le truppe israeliane hanno fatto il loro ingresso, pochissimi giorni fa, nella cittadina di Rakhlah, a 20 chilometri da Damasco. Località a maggioranza drusa, attivisti locali ne hanno testimoniato addirittura l’intero controllo da parte delle stesse. A poco dev’essere servito l’incontro del ministro degli Esteri Hassan al-Shaibani con alcuni funzionari israeliani, focalizzato sulla «de-escalation e non interferenza negli affari interni della Siria, il raggiungimento di intese a sostegno della stabilità nella regione, il monitoraggio del cessate il fuoco nel governatorato di al-Suwayda e la riattivazione dell’accordo del 1974», secondo il dispaccio della SANA. La stessa utilità, quindi, del Palwashing euro-atlantico, rispetto al quale l’«Operazione Carri di Gedeone-2» riassume tutta la risposta dello Stato ebraico al riconoscimento generale dello Stato di Palestina: cancellarlo del tutto soffocandolo nella culla. (JC)

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