Il Tazebao – Il mondo si è svegliato stamattina con la terribile notizia di un attacco coordinato israeliano su diverse strutture nucleari iraniane (fortunatamente non quelle strategiche, in quanto collocate a centinaia di metri di profondità nel sottosuolo): di grande impatto è stata l’uccisione, sullo sfondo dei bombardamenti di Tabriz, Kermanshah, Isfahan, Arak, Natanz e Teheran, di tre generali e due scienziati nucleari: Hosseyn Salami (comandante dei Pasdaran), Gholamali Rashidi (comandante del quartier generale di Khatam al-Anbia degli stessi), Mohammad Bagheri (capo di Stato Maggiore delle Forze Armate) e i dottori Fereydoun Abbasi e Mohammad Mehdi Tehranchi. Il primo e l’ultimo sono stati già sostituiti con la nomina, rispettivamente, del Generale di Brigata Ahmad Vahidi e dell’ammiraglio Habibollah Sayyari. Pare, da fonti per il momento non confermate, che sia stato ucciso addirittura il consigliere di Khamenei, Ali Shamkhani, figura chiave degli accordi del 2015 e strettamente legato a Londra. Schizza intanto alle stelle il prezzo del petrolio, che raggiungerà i 100 dollari a barile entro il fine settimana nel contesto di una guerra che, ipotizza il governo Netanyahu, «durerà almeno due settimane». L’Iran per ora ha risposto facendo decollare un centinaio di droni Shahed verso Tel Aviv: la promessa è quella di una guerra ormai totale data dal superamento «di tutte le linee rosse» da parte di Israele. Vedremo che cosa seguirà alla richiesta di una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e dell’innalzamento della Bandiera della Vendetta sulla moschea di Jamkaran. (JC)

Dalla linea del fronte con Svetlana Popova
La morte, la fame, i bambini scomparsi, la ricostruzione. Da una conversazione avuta a Mosca con Svetlana Popova, giornalista russa