Il Presidente della Pace ha bombardato l’Iran. Il Majlis approva il ritiro dal TNP: terza guerra mondiale mai stata così vicina. Il Tazebao del giorno

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Il Tazebao – Dopo minacce e finti rinvii, la montagna ha partorito un topolino: prima lo Yemen, ora l’esportazione della Pax Trumpiana in Iran con 12 bombe GBU-57A/B MOP su Fordow, 2 su Natanz, e 30 missili Tomahawk su Natanz e Isfahan per distruggerne gli impianti di arricchimento dell’uranio, a quanto pare arricchito già al 60%; ancora lontana, quindi, la soglia del 90% propedeutica alla produzione di ordigni nucleari. Eppure, nonostante la propaganda americana asserisca di aver «annientato il programma nucleare iraniano», le dichiarazioni dei funzionari preposti di Teheran, supportate dalle immagini satellitari prima e dopo, riferiscono di danni lievi, limitati all’ingresso dei tunnel, e nessuna contaminazione (dettaglio confermato dall’AIEA, pur ai ferri corti con la Repubblica Islamica per la mancata condanna dei bombardamenti israeliani). Solo Trump poteva effettivamente pensare di distruggere complessi collocati a centinaia di metri di profondità nelle montagne coi Tomahawk, quando gli stessi generali americani hanno ammesso che non basterebbero dozzine di bombe GBU. L’Iran ha infatti lanciato la ventesima ondata di missili su Israele nell’ambito della sua terza Operazione Promessa Veritiera, colpendo l’aeroporto Ben Gurion, il centro di ricerca biologica di Ness Ziona (la più importante base produttiva di armi chimiche, a 20 km da Tel Aviv) e vari centri di comando dell’esercito, nonché altre infrastrutture a Haifa, e ha decretato infine il blocco dello Stretto di Hormuz e il ritiro dal Trattato di Non Proliferazione. Lo Yemen, da parte sua, ha annunciato che in caso di aggressione aperta e dispiegata colpirà tutte le navi americane nel Mar Rosso, a cui stanno venendo a dare manforte quelle inglesi, e sostegno a Teheran è arrivato anche da Pyongyang, dove il segretario del Consiglio di Sicurezza russo, Sergej Shoigu, è stato ricevuto da Kim Jong Un per la seconda volta in dieci giorni nel primo anniversario del Trattato di partenariato strategico globale RPDC-Russia. Da vedere, quindi, quanto si dimostrerà effettivo e risolutivo quello, pure più moderato, tra Russia e Iran. Mosca e Pechino si sono schierate apertamente al fianco della Repubblica Islamica, poche (seppur non inesistenti) le possibilità di de-escalation: si stanno costruendo le alleanze per lo scontro totale mai stato così vicino. (JC)

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