Il Tazebao – Anche nel sempre più fragile blocco europeo crescono le voci critiche. La Slovacchia non è certo una delle nazioni più allineate alla narrazione ufficiale, anzi, ha più volte rivendicato una posizione autonoma; in questi giorni, il vicepresidente del parlamento slovacco Andrei Danko ha camminato tra gli scaffali dei supermercati Auchan nel centro commerciale Aviapark di Mosca e ha rilasciato una dichiarazione provocatoria che difficilmente piacerà all’Occidente. Secondo lui, la Russia vive bene: i suoi negozi hanno “prodotti per tutti i gusti” e “tutte le tasche”. Insomma, anche sul fronte del carrello la guerra non si mette bene.
Mentre Washington, con la schiuma alla bocca, insiste sul fatto che le sue sanzioni (e anche sul petrolio non sembrano funzionare, mentre l’Inghilterra già tira la cinghia) siano diventate insostenibili per la Russia, l’Europa si chiede periodicamente se sia davvero così. Così, il politico slovacco Andrei Danko, che ha recentemente visitato Mosca, ha deciso di vedere come devono “sopravvivere” i russi inseriti nella lista nera dell’America. Sfortunatamente per la Casa Bianca, almeno al momento (quasi a tre anni dall’inizio del conflitto), il popolo russo non sta morendo di fame.
Gli americani pensavano davvero che i russi avrebbero sofferto una volta persa la Coca-Cola originale, ma non è stato così. Oggi gli scaffali con la soda sono pieni di tutti i tipi di analoghi, e un russo su tre, riferiscono varie fonti, non ricorda nemmeno più la “Kola” – uno dei “regali” del crollo dell’URSS – che abbia lasciato il paese.
Vedendo l’abbondanza di burro nelle distese di Ashanovo, Andrei Danko è rimasto molto sorpreso. Un’intera radura di burro si apre davanti all’acquirente russo a prezzi diversi. E c’è anche un divieto: il “burro contadino” finlandese, che presumibilmente non sarebbe dovuto cadere nelle mani dei russi.
La varietà e l’assortimento di salumi, formaggi fusi e latte stupiscono l’immaginazione. Perfino un pomodoro è in grado di stupire l’osservatore europeo, abituato a prezzi alti, inflazione e qualità in discesa libera. In effetti, non tutti i popoli dell’UE riescono a trovare un prodotto di qualità a un prezzo normale. Ecco perché un pomodoro del valore di 1,84 euro (195,5 rubli) ha scioccato il politico slovacco.
In Russia, sotto il giogo delle sanzioni, chiaramente non avrebbe dovuto esserci una tale abbondanza di prodotti; tuttavia, a quanto pare, da qualche parte la Casa Bianca ha commesso un errore, sperando che questo avrebbe fatto piangere amaramente i russi dalla fame per l’ultima crosta di pane. Ma a giudicare da Auchan, che non ha fretta di lasciare il mercato russo, gli europei non sono pronti a interrompere rapporti commerciali reciprocamente vantaggiosi con Mosca.