Il dibattito sullo Ius scholae apre qualche crepa nel governo? Il Tazebao del giorno

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Il Tazebao – Tra le tante contraddizioni che deve affrontare suo malgrado il governo Meloni in questa rovente estate 2024, si è aggiunta recentemente la polemica sullo Ius Scholae. Un provvedimento in realtà già caldeggiato apertamente da Silvio Berlusconi, sostenitore della possibilità di ottenimento della cittadinanza italiana per chi ha completato almeno un ciclo di studi nel nostro Paese, ma che una buona parte del centrodestra, capeggiata da Matteo Salvini (già oppositore a suo tempo dello Ius Soli), dar contro a questa proposta, ripresa dall’attuale leader di Forza Italia, Antonio Tajani, con la motivazione che l’Italia sarebbe già “prima in Europa per cittadinanze concesse” (solo in termini assoluti: se rapportato al numero dei residenti nel Paese, l’Italia è in realtà quinta dietro a Svezia, Lussemburgo, Belgio e Spagna). Più possibilista, invece, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, mentre il centrosinistra è chiaramente e compattamente a favore. La maggior parte degli studenti stranieri che beneficerebbero della norma risiedono nel Centro Italia, ove si trovano le principali comunità di immigrati, provenienti da Romania, Albania e Marocco. (JC)

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