I Paesi arabi salgono alla ribalta anche come mediatori: dopo l’Oman con Iran e USA, ora il Qatar con Russia e Ucraina. Il Tazebao del giorno

Il Tazebao – Tiene ancora banco la questione delle trattative tra Iran e Stati Uniti sul nucleare, col tira e molla tra Italia e Oman per la sede. Dopo un’iniziale decisione di svolgerle all’ambasciata omanita a Roma, si è infine deciso (perlomeno così pare) di tenerle in un non identificato albergo nella capitale. Al momento attuale si respira un cauto ottimismo, soprattutto da parte americana, mentre gli iraniani, pur tracciando delle precise linee rosse riguardo alle concessioni da parte loro, segnalano comunque disponibilità a proseguire i colloqui. Parallelamente a ciò, giunge anche la disponibilità del Qatar a mediare nel conflitto tra Russia e Ucraina, che ha visto la sua escalation nel febbraio 2022. Proprio il ministro degli Esteri di Doha, Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, fu tra i primi a visitare Mosca dopo quel fatidico 24 febbraio, mantenendo per l’emirato una coerente neutralità che gli ha permesso di svolgere un ruolo importante nell’Iniziativa del Grano del Mar Nero e negli sforzi internazionali e regionali per giungere a una pace duratura. Un’opera, questa, riconosciuta anche dal portavoce presidenziale russo Dmitrij Peskov, che ha informato che proprio Al-Thani visiterà Mosca nella giornata odierna e si intratterrà a colloquio col Presidente Vladimir Putin. E se Trump ha prorogato di un anno le sanzioni alla Russia e il divieto di accettazione delle navi russe nei porti statunitensi, cionondimeno Israele risulta sempre più isolato e inviso alla stessa amministrazione di Washington, che ha respinto la proposta di Netanyahu di effettuare attacchi mirati sui siti nucleari dell’Iran preferendo le trattative, pur col corredo di minacce e pressioni che, lungi dal funzionare, caratterizzano tuttavia il modus operandi degli Stati Uniti nel loro complesso. (JC)