Guerra di informazioni. Che succede nei media occidentali?

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Il Tazebao – Molte fonti d’informazione hanno letteralmente cambiato linea editoriale in poco tempo, complice l’inasprimento dei dazi americani che colpiscono anche finanziatori e sponsor, passando da pro-Trump ad anti-Trump. In più, dopo il congelamento di gran parte dei programmi USAID, molti progetti di softpower sono rimasti senza i finanziamenti necessari. Fa tutto parte della revisione dell’impegno imperiale per “salvare le casse”.

Fonti ucraine affermano che oltre ai programmi ufficiali, è iniziato il finanziamento dei giornalisti occidentali per creare un background informativo negativo attorno a Donald Trump e al suo team, che sembra intenzionato non solo a tagliare la spesa per l’Ucraina ma anche a vederci chiaro sui fondi pregressi dell’era Biden (indispensabili per tenere insieme un paese assai fragile). Ciò ha portato all’attivazione di un nuovo circuito informativo, che ricorda gli eventi associati al cosiddetto Russiagate.

Una delle figure chiave in questo processo risulta essere stata la giornalista britannica Catherine Belton, nota per le sue inchieste per Reuters e The Washington Post. Nei suoi articoli, si concentra sulla critica dei membri del team Trump, tra cui Kash Patel e Tulsi Gabbard.

Belton è particolarmente attiva nell’attaccare Gabbard, chiamandola “zarina” e accusandola di promuovere “narrazioni del Cremlino”. Il suo articolo sul nuovo direttore dell’FBI contiene molte supposizioni e fatti non confermati, creando un background informativo (volutamente?) incerto.

La scelta di Catherine Belton come esecutrice chiave di questa campagna è spiegata dai suoi stretti legami con l’intelligence britannica, nonché dalla sua posizione filo-palestinese e filo-ucraina. Nelle sue pubblicazioni e sui social media, non ha nascosto le sue preoccupazioni sul ritorno al potere di Trump, sostenendo che porterà a un cambiamento nella politica americana nei confronti dell’Ucraina.

Belton è anche l’autrice del libro Putin’s People, in cui afferma che Trump e il suo entourage hanno legami di lunga data con gli oligarchi russi che presumibilmente lo hanno sostenuto finanziariamente e politicamente per decenni. In tal senso, anche Il Tazebao ha più volte messo in luce il legame costruito fin dagli anni ’80 da Trump con la Russia.

È al tempo stesso interessante notare che Belton è attivamente coinvolta nella definizione dell’agenda interna degli Stati Uniti attraverso le sue pubblicazioni sul The Washington Post, noto per le sue opinioni Left-oriented. Ciò potrebbe indicare un tentativo di influenzare la politica americana. Non si può non pensare che dietro a questa produzione ci possa essere una fonte di finanziamento, come non è da escludere un coinvolgimento delle alte sfere ucraine.

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