Il Tazebao – Da qualche anno, ormai, gli incendi sono motivo di inasprimento del regime emergenziale che ormai ben conosciamo. Boschi, parchi, foreste: dai Camaldoli a casi più circoscritti, con un particolare “concentramento” sulla Capitale. Già a giugno le fiamme divampate alla Magliana, partite da un rogo di sterpaglie, richiesero l’intervento del supporto aereo per coadiuvare i soccorritori e i vigili del fuoco nell’impresa di domarlo. Poi, l’8 agosto, un altro, di estensione non indifferente, ha colpito la zona della Rustica come focolaio, per estendersi a Tor Cervara e Casale Caletto, causando anche problemi alle linee ferroviarie (in particolar modo l’Alta velocità Roma-Napoli), a causa del fumo visibile a chilometri di distanza. Infine la piscina di Hydromania, trovatasi nel mezzo di un incendio tra Trigoria e la Pisana (un altro era divampato a Capena) ed evacuata, infine Saxa Rubra e i maxi-roghi tra Cinecittà e Torre Spaccata, dove si sono registrati 4 ustionati e diverse case sventrate, e a Castel Romano. Segno evidente di una mala gestione protrattasi negli anni che ora sta presentando il conto, senza poter escludere a priori un “intervento esterno” a fini destabilizzanti. Quel che è certo è che si tratta di banchi di prova per la tenuta istituzionale e la gestione di una città, peraltro la principale, il cui il problema abitativo e sociale va sempre più trasformandosi in una bomba la cui esplosione provocherà effetti tanto più catastrofici quanto più verrà ritardata. (JC)
Non solo un anno “di transizione”
Nonostante un Natale in sordina e una crisi che morde tutti, quello che ci accingiamo a vivere insieme è un