È questo il debito “buono”? La Grande T d’Europa: “Ogni cittadino europeo sia… oggetto finanziario di debito”

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Il Tazebao – Nel nascente dibattito sul destino della nostra Europa, dopo Francesco Borgognoni e la sua Parigi “a fuoco”, accogliamo con piacere anche la “Grande T”. Provocatorio, intuitivo, controcorrente. Al solito. Questa la sua lettera.

Caro Somigli,

Grazie di avermi chiesto di scrivere circa il Tuo La prossima Europa e il ruolo di Roma.

Rafforzare il mercato unico europeo è necessario, ovvero bisogna impedire che paura e retroilluminazioni lo facciano deragliare.

«Se vedi il tuo amico abbracciato al tuo nemico, vuol dire che hai due nemici. Uno palese e l’altro occulto», disse il saggio.

Circa l’inglese, vedo che auspichi il riavvicinamento, che, come da mie precedenti, è logico, ma sentirei più logico se il mercato unico venisse rafforzato anche dal debito comune europeo, nella logica per cui se il cittadino europeo è oggetto finanziario di credito, come la storia mostra, viene ucciso in guerra o nei campi di lavoro; quindi, forse, se il cittadino europeo fosse un oggetto finanziario di debito, la sua sopravvivenza verrebbe tutelata per evitare default.

Circa il Trattato del Quirinale, Tu dici che esso sancisce «la tutela francese sulla penisola», io ho letto il testo; non dubito che i francesi, leggendolo, possano avere, o aver avuto, questa speranza, ma penso risulterà utile ad entrambe le parti per scopi esterni, cioè ognuna delle parti lo mostrerà a terzi per “qualificarsi”. Le integrazioni ipotizzate sono una bella sfida, divertente e piacevole, come “giochi senza frontiere”. Che tale documento sia affidabile per una programmazione senza timori di una ditta francese in Italia o, viceversa, ne dubito. Per i privati o le organizzazioni criminali, invece, può essere una base consistente di narrazione inclusiva.

Circa la Turchia: come non sottoscrivere ciò che dici! Sostenere il valore attuale del popolo turco, inteso come proiezione estesa di tutto il mondo turcofono e musulmano, in virtù della storia, della forza vitale che oggi dimostra e dei luminosi sviluppi che li attendono, è un atto di verità senza invidia. Non offendiamoci se la Turchia sostiene l’ingresso nella UE della Albania, in sua vece: ci tornerà comodo, moltissimo, per non dover scegliere tra un menu di terra o uno di mare, diciamo!

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