È il tempo del disvelamento: l’Italia rinasce, socialista e cristiana. E tornerà la moneta emessa a credito…

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Lo sfaldamento della città, da sempre la più trotzkista cioè anti-italiana, apre uno scenario nuovo. “Dove iniziò la distruzione dell’Italia socialista ad opera del PCI trotzkista, cioè a Milano. Lì inizia dunque la rinascita dell’Italia socialista”. Ne parliamo con il grande Willi.

“La cosiddetta ‘integrazione europea’ viene imposta da Londra ai Paesi europei occupati e ancora sotto le macerie con la solita ‘Conferenza’ nel 1949. Al crollo dell’URSS il genio geopolitico di Londra farà all’Italia altamente industrializzata prima da Mussolini e poi dall’IRI, con il salvifico patto fra Togliatti e Pio XII, ciò che tramite il Piemonte aveva fatto al Mezzogiorno italiano nei 30 anni successivi al 1860-62: deindustrializzato e demonetizzato. Ovvia conseguenza dell’integrazione con quel “blocco continentale” identificato nel 1953 dal grande Carlo Scarfoglio nel suo capolavoro ‘Il Mezzogiorno e L’Unità d’Italia’. C’e un prezioso passaggio che ovviamente viene notato e ripreso dal grande marxista Alicata, cui Togliatti affida la recensione del libro su Rinascita. Vale la pena rileggerlo e farlo proprio perché dovrà essere un’idea chiave della nuova classe dirigente che assumerà la guida dell’Italia dopo la fine del “blocco continentale” proprio a causa dei dazi imposti dalle ex colonie di oltreoceano di Londra, che si sono riprese il controllo del dollaro cessando l’eurodollaro creato a Londra. “II Mezzogiorno” scrive Scarfoglio “non ha conosciuto storicamente la prosperità e anche la grandezza che quando ha volto risolutamente le spalle al blocco continentale europeo, e ha vissuto col viso cacciato nel Mediterraneo, nelle tre direzioni di sud, est, ovest. Non appena, attraverso il tramite peninsulare, è stato unito al blocco continentale europeo, la sua vis economica, la sua stessa forza vitale è stata aspirata, ed esso ha vissuto una vita sempre più povera e languida”. Sostituisca “Italia” a “Mezzogiorno” e vedrà che è esattamente ciò che è accaduto all’intera Italia dopo la caduta dell’impero Romano. In breve, l’Italia prospera ed esercita il suo ruolo guida – nell’ingegno e nella Fede, che le sono stati donati – solo quando vive e opera “col viso cacciato nel Mediterraneo”. È quello che accadrà con la rinascita, ormai iniziata a livello della popolazione, che si concretizzerà con quanto conseguire alla fine del blocco continentale creato da Londra, e del marco imposto come moneta comune non solo del “blocco continentale”, ma anche dei Paesi mediterranei. Che così, come previsto da Scarfoglio, sono stati privati non solo della “vis economica”, ma anche – per usare le parole di Scarfoglio – della loro stessa “forza vitale”. Faccia un giro in Spagna, in Grecia, o in qualsiasi parte d’Italia e potrà verificarlo personalmente”.

È un inizio, al solito brillante, quello del nostro secondo colloquio con Willi Münzenberg. A differenza di tanti profeti di sventura che imperversano sui social, non ha dubbi sulla rinascita dell’Italia, che è iniziata. È in corso.

Caro Willi, un agostiniano promette di riscattare la povera Italia. Quanto è importante, per il mondo, la rinascita dell’Italia? Insomma, perché il Signore ci ha benedetto?

“Lo disse a Simone, che non voleva andarci, a Roma. Che era allora e sempre sarà il centro del mondo. Il motivo per cui il Signore abbia dato all’Italia ogni genere di ricchezza, ponendola al centro del Mare al centro di tutti i mari, dando al suo popolo simili doti di ingegno è un mistero. E come tale va accolto. Così come è stata la rapida apostasia del popolo italiano dopo il 1963 a precipitare l’Europa e le sue ex colonie nel trotzkismo di massa, cioè nella ribellione dei loro popoli all’ordine naturale delle cose, così avverrà per la rinascita di tutti questi popoli. Sarà la nuova conversione del popolo italiano a ridonare all’Italia la sua vocazione storica di guida spirituale e morale del mondo. Morale secondo mos, moris dei Padri romani: dare al mondo i costumi di cui necessita. Lo spiegherà, il ruolo morale di guida dell’Italia per il mondo, agli studenti dell’Università di Nuova York per molti anni l’umbro Giuseppe Prezzolini. Nel 1948 pubblica a New York ‘The Legacy of Italy’, un altro libro che come quello di Scarfoglio farà da guida alle nuove classi dirigenti italiane. L’università di Nuova York dove insegnava si chiama ‘Columbia’ ovviamente per l’italiano Colombo. L’agostiniano chiamato a guidare il Patriarcato di Roma sa bene che Agostino si convertì e fu battezzato a Milano dal Vescovo Ambrogio. Egli stesso ha sangue italiano. Ha aperto il suo pontificato parlando e pregando in Latino e in Greco: che non sono solo le lingue dilette al Signore che volle che i Vangeli fossero scritti in Greco. Ma ancheve soprattutto le lingue della Sapienza, che insegna innanzitutto a rispettare l’ordine naturale delle cose: ovvero ciò che il trotzkismo si propone di distruggere. Ma non vi riuscirà: l’Italia ha appena iniziato la sua rinascita. Che si irraggerà sul mondo intero”.

Arrivo a credere che ci sia un conflitto tra Londra e Washington, ma le due teste del Leviatano finiscono per combattere insieme, almeno così è stato nelle precedenti guerre egemoniche. E anche noi siamo l’obiettivo.

“Le colonie combattono ormai da oltre un decennio la loro terza guerra di indipendenza. Cos’era l’eurodollaro emesso a Londra tramite il LIBOR se non il pieno controllo di Londra e dei suoi dante-causa sull’unica moneta necessaria a tutti i popoli? È il tempo del disvelamento, e non casualmente compaiono nell’Italia in ginocchio che rinasce 30enni e 40enni capaci di disvelare tanto la storia che l’economia. Uno di questi ha scritto ‘Il grande default’, un altro dei libri che farà da guida alla nuova classe dirigente italiana. Leggendolo, chiunque può comprendere cosa stiano facendo Catai, colonie americane e Russia per salvarsi dal solito ciclo che li avrebbe portati all’iperinflazione e al collasso che toccarono all’URSS trotzkista. Nel libro Simoncelli spiega come con la sostituzione del LIBOR deciso a Londra con il SOFR determinato dalle colonie, supportato (“collateralizzato” per usare l’osceno gergo degli economisti) dai collaterali oro e Bitcoin, le colonie coprono il loro debito, mentre con i dazi mettono fine alla fuoriuscita dei dollari finanziando e incentivando la reindustrializzazione del Paese. In breve, integrando di nuovo l’oro nel sistema monetario e introducendovi per la prima volta il Bitcoin, le colonie hanno tolto alla finanza europea il potere di mandarli insolventi riducendo drasticamente la leva finanziaria. In questo modo colonie, Catai e Russia hanno rotto il ciclo “infiltrazione-intrappolamento col debito-prelievo dei beni-collasso” toccato all’URSS, alla Germania di Weimar, alla Spagna prima della guerra civile e ad innumerevoli altri Paesi. L’Italia occupata non ha nulla da temere dalla fine del dominio esercitato dal “blocco continentale” controllato da Londra di cui parlava Scarfoglio. Il Paese tornerà all’economia socialista che l’ha reso grande fra il 1922 e il 1991: lira, protezionismo, grande industria pubblica, e difesa dei salari. La seconda maggiore comunità delle colonie è fatta da italiani, che amano profondamente il loro Paese da cui i loro nonni e bisnonni furono costretti ad emigrare esattamente per le politiche di demonetizzazione, deindustrializzazione e prelievo dei beni condotte fra il 1861 e il 1914 nel Mezzogiorno dai governi del Paese unito da Londra nel 1860″.

Nuova fuga a Brindisi per i trotzkisti?

“L’Italia post-2025 è attesa da una completa sostituzione delle classi dirigenti, che va molto al di là di quella delle classi dirigenti politiche e amministrative dei 35 anni di “integrazione europea” che altro non sarebbe stata – come previsto da Scarfoglio nel 1953 – il “prosciugamento” dell’Italia ad opera del blocco continentale. È una situazione molto diversa dal 1943 quando a fuggire in Puglia furono il Re e la Corte. Allora, l’Italia aveva una popolazione giovane e una classe dirigente in larga parte socialista e Cristiana. Infatti, le fallimentari politiche liberiste di De Gasperi e Sturzo furono rapidamente messe da parte, e l’Italia con Fanfani, Togliatti, Mattei e il suo dante-causa Pio XII svilupparono in pochi anni una formidabile politica industriale socialista che renderà l’Italia in tre decenni la quarta economia mondiale. Dopo 35 anni di controllo del “blocco continentale”, l’Italia del 2025 vive un collasso industriale, sociale e demografico senza precedenti, che dopo la fine dell’infausta “integrazione europea” comporterà la completa sostituzione delle classi dirigenti, non solo quelle politiche, ma anche quelle economica, finanziaria ed accademica. A sostituirle sarà in larga parte la classe dirigente cresciuta all’estero durante il trentennio 1992-2022 della seconda grande diaspora italiana, fatta di 10 milioni di italiani costretti a lasciare il loro Paese ormai incapace di offrire lavori qualificati e ben pagati. Non è ovviamente un caso che dopo i fatti del 2020-21, al culmine della grande apostasia, sia in pieno dispiegarsi una profonda e diffusa conversione del popolo italiano, che porterà presto fra l’altro al ritorno del Patriarcato di Roma nell’unica Chiesa: cattolica e ortodossa”.

Come dovremo agire nel Mediterraneo e con Madre Russia?

“Come l’Italia socialista uscita dal Patto salvifico fra Togliatti e Pio XII fece fino alla liquidazione dell’Italia socialista, ovviamente in concomitanza con quello dell’URSS, nel 1991-92. Cooperazione e sviluppo comune. In Russia l’Italia produceva automobili amate dai Russi ovvviamente a Togliattigrad. Dalla Russia importava grandi quantità di petrolio e gas naturale esito di contratti firmati già da Mattei. Ma con Olivetti sviluppava le tecnologie che poi si chiameranno dell’informazione persino a San Pietroburgo. In Nordafrica, quarta sponda di Roma, l’Italia coopera con la Numidia (“Algeria”), da cui importa gas e petrolio. Ha cooperato in ogni modo con la Libia e lo stesso fa con l’Egitto. Riportando in Nordafrica lo sviluppo economico e sociale, nessun africano vorrà più espatriare verso l’Europa. Nessuno soffre il “mal d’Africa” più di chi vi è nato, nel meraviglioso continente africano. In una parola, Eurafrica: che era ciò che l’Italia stava facendo prima di essere sconfitta e occupata da Londra nel 1943-45. Cooperazione economica e interscambio culturale che dovrà estendersi ovviamente anche alla Turchia, alla Grecia madre patria del Mezzogiorno italiano, e a tutti i Paesi del Medio Oriente. Pace e sviluppo comune che saranno resi possibili proprio dal ritorno alle politiche socialiste e Cristiane centrate sugli interessi reciproci dei singoli popoli, e non di fantomatiche unioni per cui il genio italiano Auriti troverà la perfetta definizione filosofica: ‘Fantasmi giuridici’. Popoli che avranno finalmente la loro moneta emessa a credito, come spiegato nei dettagli operativi proprio da Giacinto Auriti, e mai più a debito”.

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