Durati poco i tentativi di riconciliazione tra Washington e Mosca: Stati Uniti e Russia ipotizzano di riavviare i test nucleari. Il Tazebao del giorno

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Il Tazebao – Con un nuovo post su Truth Social, “nuovo” per modo di dire dal momento che aveva scritto righe pressoché identiche la scorsa settimana, Donald Trump ha ribadito la sua direttiva di ricominciare «immediatamente» i test nucleari. Virgolettato d’obbligo, perché d’immediato, in questi casi, può esserci ben poco: il Washington Post ha spiegato che la loro ripresa potrebbe costare centinaia di milioni di dollari e richiedere comunque anni di tempo, mentre il Segretario all’Energia, Chris Wright, ha tentato di calmare gli animi ipotizzando che quelli di cui parla il presidente non siano veri e propri test nucleari, ma collaudi sistemici (system tests) basati su esplosioni non nucleari. Lo stesso, recente test dell’ICBM Minuteman III, appartenente a una classe che ha visto la luce negli anni ’70, è stato previamente notificato da Washington a Mosca, ha riferito il portavoce presidenziale russo, Dmitrij Peskov, il quale ha informato che, durante una riunione del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa, Putin ha dato direttiva di esaminare la questione dell’opportunità di ripresa dei test nucleari da parte di quest’ultima. «Non iniziamo la preparazione proprio ora, ma cerchiamo di capire se dobbiamo iniziarla», è la sua sintesi. Più esplicito, invece, il ministro della Difesa, Andrej Belousov, che invece pare aver capito di doverla cominciare subito e ha indicato persino il luogo: il poligono situato nell’arcipelago di Novaja Zemlya (“Terranuova”). Egli ha motivato la sua posizione svelando che gli Stati Uniti intendono schierare i missili Dark Eagle in Europa e nell’Asia-Pacifico, che impiegherebbero, afferma, soltanto 6 o 7 minuti per raggiungere la Russia dalla Germania e che, nell’ottica del potenziamento delle loro armi strategiche offensive, starebbero lavorando a un nuovo ICBM dalla gittata di 13.000 km. Se, come afferma Peskov, al Cremlino non ritengono il contesto attuale peggiore di quello della Crisi dei missili del 1962, cionondimeno la strada porta in quella direzione. (JC)

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