Il Tazebao – Si svolgono oggi i colloqui russo-ucraini a Istanbul, i primi dopo tre anni e dopo quell’interruzione patrocinata dalle ingerenze di Londra tramite l’allora Primo ministro Boris Johnson. Il riannodamento ideale di quei fili è dato anche dalla scelta della squadra russa, che, oggi come allora, verrà capeggiata dal consigliere presidenziale Vladimir Medinskij, insieme al viceministro degli Esteri Mikhail Galuzin (Kiev non vuole Lavrov) e dal viceministro della Difesa Aleksander Fomin. Abbastanza curiosamente, i colloqui di quest’anno sarebbero illegali per la parte ucraina, in base al decreto firmato dall’allora presidente in carica Volodymyr Zelensky nell’ottobre 2022, che vieta qualsiasi negoziato con la Federazione Russa e il suo presidente, senza alcuna eccezione. Non parteciperanno comunque né Putin né Trump, e Zelensky ha già avanzato il suo ultimatum circa un’accettazione totale della sua precondizione circa un “cessate il fuoco di 30 giorni”, già previamente respinto da Mosca, dietro minaccia di nuove sanzioni a quest’ultima. Queste tensioni che già serpeggiano, tra provocazioni, colpi di spillo e propaganda, non depongono a favore di potenziali risultati di questi colloqui, e il fallimento delle due tregue di Pasqua e del 9 Maggio vengono a costituire immediatamente un precedente negativo. Sul campo di battaglia, persa anche Troitskoye, l’Ucraina continua a perdere terreno: nella sola giornata di ieri, sempre nella RP di Donetsk, i russi hanno catturato Mirolyubovka e Malinovka, mentre da Belgorod pare abbiano sfondato fino a Mirnoye, nella regione di Sumy, al confine. Da valutare, quindi, è anche quale interesse i russi possano avere a far terminare un conflitto che stanno vincendo e senza prendere in considerazione il proverbiale “elefante nella stanza”: la precondizione russa del ritiro delle truppe di Kiev dalle parti restanti dei nuovi territori della Federazione (RP di Donetsk, RP di Lugansk, Zaporozhie e Kherson) che ancora controllano. (JC)

Le fiamme della rivolta avvolgono (letteralmente) Los Angeles e non solo. Incendio della prateria o tentativo di “rivoluzione colorata”? Il Tazebao del giorno
Il Tazebao – Un motivo apparentemente “semplice”, la contrarietà alla deportazione degli immigrati clandestini che pure è nel programma di