L’Italia sempre meno una potenza industriale, sempre più colonia turistica. Tonfo di auto e moda, che trascinano giù la produzione industriale. E siamo solo all’inizio.
Il Tazebao – Per il 23esimo mese di fila, riporta il Sole 24 Ore, la produzione industriale italiana continua a cadere. Solo a dicembre si è registrata una flessione del 7,1%, nel contesto di un calo del 3,5% esteso a tutto il 2024, tornando alle cifre degli anni del Covid, unici a riportare saldi peggiori. 42 miliardi di euro sfumati per la manifattura e frenata del 3,5% in media nella produzione, per il secondo calo consecutivo dopo il -2% del 2023. In crisi nera il settore automobilistico e quello della moda, -43% e -18% rispettivamente, non meglio la metallurgia: -9%. Mancano però anche gli investimenti, determinando un crollo verticale anche nel mercato interno dei produttori di macchinari, che, secondo le stime di Federmacchine, è andato giù del 17,4%. Nel complesso la capacità produttiva è colata a picco sotto al 75%, come non accadeva appunto dal marzo 2020. Energia elettrica, attività estrattive e settore alimentare sono gli unici a poter vantare voci in positivo, un dato facilmente spiegabile col maggiore consumo di energia domestica stando a casa, domanda di beni voluttuari e abitudini anomale dettate da stimoli esterni relativamente all’alimentazione personale. Si fa sentire, però, anche l’handicap di non avere un’industria autosufficiente, dipendendo il nostro Paese principalmente dalla Germania, che attraversa anch’essa una grave crisi produttiva che a cascata ha fatto diminuire anche il nostro export (nonostante i proclami propagandistici in senso contrario del governo). Abbiamo infatti perso 3,6 miliardi da gennaio a novembre 2024, seguendo a ruota il -2,8% delle importazioni tedesche dal mondo, il -1% del loro PIL, il -4,5% della loro produzione l’anno scorso e il -13% del loro settore auto. E con la guerra dei dazi trumpiani alle porte, la situazione non potrà che peggiorare ulteriormente. Con quali conseguenze soprattutto sociali, è la grande incognita che solo la prassi ci svelerà. (JC)